bellatrix scritto il Apr 2, 2010
pare che Gadda abbia inventato il termine occhieggiare; per il resto mah.
http://www.anobii.com/books/Quer_pasticciaccio_brutto_de_via_Merulana/9788811666424/019ffe6ec2ed2c0478/?comment=1&sort=6&page=4
La storia della letteratura finalmente riscritta dalla voce del popolo (del web)
bellatrix scritto il Apr 2, 2010
pare che Gadda abbia inventato il termine occhieggiare; per il resto mah.
http://www.anobii.com/books/Quer_pasticciaccio_brutto_de_via_Merulana/9788811666424/019ffe6ec2ed2c0478/?comment=1&sort=6&page=4
Marco scritto il Jul 20, 2009
Dopo 15 pagine in cui si alternano frasi in romanesco ad altre in perfetto italiano.. ho preferito chiudere e riporre nella libreria questo libro. Proprio non capisco il senso di citare parole greche, e poi dopo un punto a capo ritrovarsi con discorsi in dialetto. Irritante, almeno per me.
http://www.anobii.com/books/Quer_pasticciaccio_brutto_de_via_Merulana/9788811666424/019ffe6ec2ed2c0478/?comment=1&sort=6&page=3
Giulia Irene scritto il Jul 24, 2011
Secondo tentativo con la Woolf con esito deludente. Anzi, Mrs Dalloway mi era piaciuto di più: aveva una freddezza quasi chirurgica che Gita al faro, invece, non ha. Ho colto con quest'ultimo in maniera più particolareggiata quello che mi disturba della scrittura della Woolf: ha uno stile che incarna tutti i difetti della scrittura femminile.
La Woolf ha la costruzione artificiosa della Eliot, una specie di sotterraneo “vorrei stupire, e allora scrivo così” che rende lo scritto innaturale, certamente sofisticato, ma nei punti peggiori addirittura forzato (le parentesi quadre nell'ultima parte: Virginia, quanto ti sei spremuta la meningi per quelle parentesi quadre? Non bastava scrivere normalmente?).
Non ha ironia, e pochissime sono le scrittrici donne che ce l'hanno, e non intendo l'ironia maligna, ma un'ironia più leggera (alla Wodehouse, o alla Dickens).
Non c'è una riga, in tutto Gita al faro, di vita concreta, tangibile. Il termine elegante sarebbe intimista, seghe mentali rende meglio l'eccesso.
Non essendoci ironia, tutto è drammatizzato oltre qualsiasi limite razionale, col risultato ultimo di apparire ridicolo: la trama, infatti, non esiste, o meglio: una madre vuole andare in gita al faro, espone l'idea al figlio che ne è entusiasta, ma il padre, a metà fra il colonello Giuliacci e Igor di Frankenstein Junior (potrebbe piovere!), turba irrimediabilmente l'infanzia del suo giovine virgulto annunciando che la gita non si farà, perchè sarà brutto tempo.
L'unica parte che ho apprezzato è il capitoletto “Lo scorrere del tempo”.
L'antitesi di Virginia Woolf è Natalia Ginzburg, col suo stile secco, essenziale, quasi scolastico nella sua semplicità, concreto, mai drammatizzato.
http://www.anobii.com/books/Gita_al_faro/9788804378136/01e031a5b11bd57f97/?comment=1&sort=6&page=4
Fabiola Opel scritto il Jul 3, 2010
Sarò stupida, ma non ho proprio capito il senso di questo libro! cos'è, un insieme di riflessioni? In ogni caso l'ho abbandonato dopo le prime dieci pagine...non lo consiglio proprio a nessuno...e mi dispiace dire così, dato che Italo Calvino è stato uno dei più grandi scrittori italiani! Però è quello che penso, purtroppo...
http://www.anobii.com/books/Le_citt%C3%A0_invisibili/9788806476397/00a094c9eedcd8e692/?comment=1&sort=6&page=4
http://www.anobii.com/books/Le_citt%C3%A0_invisibili/9788806476397/00a094c9eedcd8e692/?comment=1&sort=6&page=3#