giovedì 29 settembre 2011

J.W. Goethe - Faust (2)

Silently scritto il Apr 8, 2010

No, no, no e no.
Un linguaggio arcaico e ricercatissimo, fastidioso, retorico da far venire le bolle in faccia per il nervoso.
La storia è quello che è, Dio vs Diavolo, ma vince sempre Dio e la sua folta schiera di fanciulletti beati, vergini mistiche e angeli austeri.
E quel povero Diavolo di Mefistofele, (l'unico simpatico, insieme all'uomo torcia, in tutto il libro), viene sconfitto perchè è un cattivone.

E no!
Pure il tripudio degli angeli in colonna nel melenso finale che vorrebbe essere strappalacrime!

Mi ribello totalmente al giudizio imperante: questo libro NON è un capolavoro, è una ruffianeria cattolica poco credibile e totalmente insincera, bigotta e saputella!
E se ciò non bastasse, ci pensa l'aulico linguaggio guarda-quanto-so'-poeta a sfracellarti definitivamente le palle.

http://www.anobii.com/books/Faust/9788804391616/01ac20b34fa86a0a04/#

lunedì 26 settembre 2011

Speciale George Orwell - 1984

1989 vs giacoballa@katamail.com (24-10-2004)
Il libro è discreto; si leggano i classici prima di queste storielle scritte con sufficienza e poco pregevoli nel loro contenuto
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804507451&rec=161


Pierin0 scritto il Jul 5, 2010

Non ci siamo..quando c'è di mezzo la politica...una noia mortale!
Letto solo un terzo, abbandonato e scaricato nel cesso!


Broccoli Pb scritto il Apr 5, 2008

Bel plagio. Orwell qui scopiazza alla grande da Zamjatin, autore del romanzo antiutopico Noi, scritto tra il 1920 e il 1922 e tradotto in inglese nel 1924. Il soggetto rielaborato (ma neanche tanto) da Orwell a distanza di un quarto di secolo appartiene dunque a uno scrittore sovietico, che denuncia coraggiosamente e dall'interno il regime inviso allo scrittore inglese, il quale con poca fatica si guadagnerà la fama di scrittore geniale proprio grazie a quest'opera.

Nonostante attinga abbondantemente e gratuitamente dal romanzo di uno scrittore russo, Orwell denigra senza motivo la lingua del suo stesso modello. In russo "brutto" si dice "non bello", da molto prima che arrivassero i comunisti, e secondo Orwell la neolingua funziona tale quale il russo.
Sarà forse un esempio di raffinatezza l'inglese, una lingua in cui le "consonanti occlusive" si chiamano "stops".



Thalita scritto il Aug 26, 2010

Non mi va di continuare. Mi ricorda tanto Fahrenheit 451. Non l'ho letto a scuola. E' la prima volta che mi avvicino a questo libro. So che praticamente tutti lo considerano un capolavoro, ma non mi va di leggerlo lo stesso. Preferisco leggere del totalitarismo in libri veri , quelli che descrivono le vite vere di coloro che il totalitarismo lo hanno vissuto e patito. Non ho voglia di andarmi a perdere in una Londra immaginaria, quando posso avere tutto il totalitarismo del mondo nelle testimonianze di tanti sopravvissuti veri .


Reshep scritto il Apr 28, 2010

Se si esclude il suo senso premonitore, il suo voler "metter in guardia" su un determinato tipo di politica e di controllo delle masse non rimane molto. Orwell fa di tutto per rendere 1984 un libro pesante, prevedibile e noioso con una conclusione ovvia già ad un centinaio di pagine dal termine dello stesso. Sono stato più volte sull'orlo dell'abbandono, continuando a leggerlo solo per amore della letteratura e per timore d'aver affrettato il giudizio, ma forse mi sarei risparmiato del tempo e grandi dosi di noia.

Una stella in meno per avermi costretto a leggere una quindicina circa di pagine tratte direttamente dal "libro di Goldstein", ossia una ripetizione quasi ossessiva degli stessi concetti, tra l'altro già espressi dal protagonista in precedenza.

Mi aspettavo di più, molto di più.


Aludra scritto il Jun 10, 2009

Forse perchè la mia era una edizione degli anni '60 e quindi scritta in un italiano un po' aulico, forse perchè di questo libro avevo sentito molto parlare sia nel corso di letteratura inglese che italiana...non so...ma veramente è stato un peso arrivare alla fine...tra abbandoni e riprese ho impiegato 3 anni per finirlo...


Matteo Mainardi scritto il Aug 14, 2008

Certo, un classico e quindi da rispettare perchè entrato nel cuore di molti lettori. La mia impressione? Bè, un po' di delusione me l'ha lasciata. Lo credevo un libro dalla trama più complicata e dale idee particolari invece... ci sono dei passaggi che non tornano secondo un filo logico e lo scrittore insiste troppo sempre sugli stessi concetti.
Un libro degno di essere letto tutto sommato, ma sicuramente non sarà annoverato tra i miei preferiti.


http://www.anobii.com/books/1984/9788804507451/00b06ee0c095a4d7e1/?comment=1&sort=6&page=5


VittorioC scritto il Aug 31, 2011

Non sono mai stato un gran fan del popolare romanzo di Orwell. Preferisco di gran lunga i suoi reportage, soprattutto Omaggio alla Catalogna. Ho sempre trovato 1984 poco persuasivo e non condivido il suo profondo il pessimismo senza via d'uscita. Alla fine del libro si assiste allo sterminio della specie umana. Ogni protesta deve concludersi nella stanza 101. Eppure non vi è mai stata in tutta la storia del mondo una dittatura così opprimente da impedire qualsiasi forma di dissenso. Storie di vita carceraria provenienti da terre remote lo testimoniano anche nelle ore più buie del pericolo fisico, della sofferenza, della paura, della morte. Mi viene in mente, per esempio, l'opera del poeta Osip Mandel'stam che è riuscita a sopravvivere sotto i soviet grazie al coraggio e al costante esercizio di memoria della sua donna, Nadezda, poiché lasciare un testo scritto sarebbe stato un suicidio. E mi piace molto, rispetto a 1984, il finale del film Fahrenheit 451, quando Montag e Clarisse si ritrovano finalmente nella città degli uomini-libro, dove ci sono uomini che imparano a memoria i libri per trasmetterli alle generazioni future. Si bruciano i libri? Impariamoli a memoria. Orwell non parla di uno Stato di controllo, ma piuttosto di uno stato transitorio che porta allo sterminio totale. Se si controllano completamente gli individui, loro smettono di esistere. A quale potere potrebbe mai servire? I dittatori, per quanto si fatichi a crederlo, sono uomini. Finché un uomo non può accumulare nelle sue mani abbastanza forza fisica da dominare tutti gli altri, egli deve dipendere dai suoi aiutanti. Anche il più potente tiranno dipende dalla sua polizia segreta, dai suoi accoliti e dai suoi carnefici. Il Grande Fratello di Orwell è una bieca semplificazione.


Herta Vus Tzug Anzzilol scritto il Mar 27, 2011

sarebbe un capolavoro,ma nel 1984 non è successo nulla di tutto questo.5 per stelle per contenuti.1 stella per aver toppato clamorosamente nelle sue previsioni fantascientifiche.


http://www.anobii.com/books/1984/9788804507451/00b06ee0c095a4d7e1/?comment=1&sort=6&page=6


MoonlightShadow scritto il Sep 10, 2010

Da tutti è stato definito quasi il romanzo per eccellenza più meraviglioso che sia stato scritto.
A me è sembrata geniale l'idea di fondo di Orwell. Ovvero l'impostazione di tutto il romanzo. Ma non mi è piaciuto come è stato scritto. In alcuni tratti è pure vomitevole e troppo forte.
Non mi ha per nulla esaltata.
Io non ne capisco il motivo, ma tutti i romanzi che gli altri trovano esaltanti, in me provocano solo ripudio. Anche "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez, è piaciuto a tutto il mondo, invece per me è stato uno dei libri più brutti che abbia letto. Boh ... de gustibus?!


shamrock scritto il Sep 3, 2010

fa un po' strano anche a me dare 3 sole stelle a quello che è ritenuto un capolavoro assoluto della letteratura. Ma al di là della storia, assolutamente geniale, ho avuto molta difficoltà a seguire lo stile narrativo. Inoltre mi porto ancora dietro un certo senso di "manca qualcosa". Credo avrei preferito una ancora maggiore caratterizzazione dei personaggi e delle loro storie personali, piuttosto che la descrizione al minimo dettaglio di ogni aspetto relativo al partito, alla psicopolizia ed all'organizzazione in generale dell'Oceania. Funzionali per descrivere i fatti, naturalmente, ma davvero troppo prolissi per me.


Rumble_Fish scritto il Sep 2, 2010

Ma chi ha voglia di sciropparsi il libro di Goldstein presente in 1984?

Notevole, ti cattura, ti angoscia, ti apre gli occhi e tutto il resto ma dopo aver visto Brazil questo libro rientra nella categoria di quei Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere


Graf Andreas Schmidt von Bohlen und Halbach scritto il Jul 3, 2010

Mi sono sempre chiesto ...

... se Orwell non avesse paura della sua stessa ombra a volte.

Posso capire l'anticomunismo.
Come posso capire il periodo.
Purtuttavia una visione così pessimistica di un futuro prossimo è una palese minchiata.
Non posso neanche dire che questo scritto sia un monito, perché non credo in una umanità fatta sostanzialmente di idioti che aspettano di morire e nel mentre mangiano, defecano e scopano (non necessariamente in questo ordine). In realtà, al pari dell'evoluzione biologica, l'evoluzione sociale è nell'aria, è quel sottile universo in cui siamo immersi, quella radiazione di fondo, che assorbiamo nel momento in cui nasciamo e per forza di cose giacché la vita è mutamento (se così non fosse continueremmo a fracassarci i crani con le clave), cambia anche la società.
Un Hitler 2, o Stalin 2, con le modalità medesime, è una cosa che ritengo altamente inverosimile.


http://www.anobii.com/books/1984/9788804507451/00b06ee0c095a4d7e1/?comment=1&sort=6&page=7

domenica 25 settembre 2011

George Orwell - La Fattoria degli Animali (5)

Ileen [shams] scritto il Jun 9, 2010

Ascesa e morte di un Maiale???

Dunque dunque... se non fosse per la evidente critica politica questo libro dal mio punto di vista (opinabilissimo) non avrebbe granchè da offrire. Praticamente Orwell ha preso la realtà dei Soviet russi e dei suoi due dittatori e l'ha ricollocata in una fattoria, niente di più, niente di meno. Sicuramente coraggioso se andiamo a guardare gli anni della stesura e della difficoltosa pubblicazione.
Sono del parere che ogni libro abbia il suo contesto, senza il quale non può essere apprezzato a fondo. A fondo dico. Quello che non mi piace di questo libro è che se togliamo il riferimento storico non c'è nulla. Se non fosse uhn po' troppo cruento in certe immagini sarebbe anche una bella storiella, ma ahimè i particolari non ko rendono adatto ai bambini.
Per anni ho sentito inneggiare a questo libro e mi son detta che fosse giunto il momento di leggerlo.... ok ora forse ci ho guadagnato in cultura, ma tutto qui...
In primis l'ho trovato pesantissimo, non è scorrevole per niente, di conseguenza lo etichetto come noioso, se così si può dire. Ripeto, non voglio togliere ad Orwell il coraggio e la schiettezza, ma il libro non è granchè. Immagino che se non fosse stato altro che per il problema di essere politically correct, un saggio sarebbe stato di sicuro meglio.
Senza poi contare che non ha una vera e propria fine se non l'idea di oblio (che ogni periodo storico purtroppo lascia dietro di se, la lezione dalla storia non la impareremo mai e commetteremo sempre gli stessi errori).
No no non mi è piaciuto per niente.
Non lo consiglio, aprite un manuale di storia che è lo stesso.

http://www.anobii.com/books/La_fattoria_degli_animali/01d2267b145f0ae0eb/?comment=1&sort=6&page=5#

George Orwell - La Fattoria degli Animali (4)

Ruggigan scritto il Jul 1, 2008

molto brutto e troppo politico

http://www.anobii.com/books/La_fattoria_degli_animali/01d2267b145f0ae0eb/?comment=1&sort=6&page=3

George Orwell - La Fattoria degli Animali (3)

Marco Castelletto scritto il Oct 29, 2010

Purtroppo non essendo troppo interessato al mondo politico, questo libro non sarà mai uno dei miei preferiti, anche se comunque fà abbastanza riflettere. In generale visione cmq abbastanza negativa della vita.... :(

http://www.anobii.com/books/La_fattoria_degli_animali/01d2267b145f0ae0eb/?comment=1&sort=6&page=6#

George Orwell - La Fattoria degli Animali (2)

Ministro007 scritto il Mar 30, 2009

Non molto coinvolgente, simile ad un documentario cosa che doveva praticamente essere.

http://www.anobii.com/books/La_fattoria_degli_animali/01d2267b145f0ae0eb/?comment=1&sort=6&page=8

George Orwell - La Fattoria degli Animali

enci scritto il Aug 20, 2008

è un libro arrogante,l'ignoranza di quegli animali è troppo fastidiosa...però è interessante...

http://www.anobii.com/books/La_fattoria_degli_animali/01d2267b145f0ae0eb/?comment=1&sort=6&page=8

venerdì 23 settembre 2011

VOTA IL SONDAGGIO!

Sulla barra laterale è stato aggiunto un sondaggio che mira a stabilire i principali ostacoli che un libro deve evitare per entrare a far parte della Nuova Storia della Letteratura.
E' consentita la risposta multipla.
Il sondaggio (così come il mondo) terminerà il 31/12/2011.


Il vostro amico,
Pesca alla Trota in America

Giacomo Leopardi - Zibaldone dei Pensieri (2)

Darlene Alibigie scritto il Jan 22, 2008

L'antenato cartaceo dei blog, ma non è un merito. Dimostra che perfino la mente più fine produce noia mortale, quando infila pensieri senza criterio.

http://www.anobii.com/books/Zibaldone_di_pensieri/9788804391531/01a61b61d04122e880/

Giacomo Leopardi - Zibaldone dei Pensieri

finale scritto il Jan 17, 2008

nel complesso, un cesso di libro. d'altro canto non ci è dato sapere quale fossero le reali intenzioni dell'autore.
il concetto è quello del blog - del più becero dei blog - senza voyeurismo.
di solito lo apro a caso, ne leggo tre righe solo per ridere addosso al leopardo. e richiudo.

http://www.anobii.com/books/Zibaldone_di_pensieri/9788804391531/01a61b61d04122e880/#

giovedì 22 settembre 2011

Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano (4)

GP scritto il Nov 23, 2007

Vado controcorrente: questo libro fa parte di quelli che fa molto "fighetto" aver letto e trovato un capolavoro. Ricordo che negli anni '70 appartenevano a questa categoria opere quali Sulla strada, tutto Castaneda, Porci con le ali, Siddharta. Oggi ne fanno parte a pieno titolo La versione di Barnes, Storie di Cronopios e Famas e, appunto, Memorie di Adriano. L'ho trovato un'occasione mancata per realizzare un grande romanzo storico: l'autrice, in uno stile che si compiace di essere raffinato, poetico, lirico quasi, scrive pagine che vogliono apparire di grande introspezione psicologica o di elavata speculazione filosofica. In realtà, spesso, sono di una noia mortale. Lo spessore di statista di Adriano compare a tratti (sono generoso!) e, quasi sempre, in relazione a campagne militari, piuttosto che nella gestione della "res publica". Di più, al contrario, si indugia sugli amori omosessuali (al limite della pedofilia) e sulla brama di potere di quello che è stato uno dei più grandi imperatori di Roma. E per di più scritto da una francese. Ma proviamo a immaginare a parti invertite: e se un italiano avesse scritto un romanzo su Napoleone, sul Re Sole o su De Gaulle (o anche su Platini o Asterix...) in cui si indugia sui vizietti pederasti dell'illustre personaggio invece di evidenziare il valore storico del leader e dello statista, come avrebbero reagito i francesi? Come minimo si rischiava l'incidente diplomatico e il richiamo immediato in patria di tutti i diplomatici francesi in Italia... Per noi italiani invece questo libro è quasi un capolavoro... Bah! Insomma, un 2 stelle stiracchiato, proprio perchè non si può dire che sia scritto con i piedi.

http://www.anobii.com/books/Memorie_di_Adriano/9788806600112/01802175408a1e709c/?comment=1&sort=6&page=7

Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano (3)

Eleonora Della Bernardina scritto il Jun 20, 2011

Osannato da molti e, quindi, con buona probabilità già di per sé un buon motivo per evitarlo, ma siccome, più che tra i best seller veniva annoverato tra i capolavori, ho pensato e sperato di poter leggere un ingrediente immancabile nella mia Dispensa dello Spirito, quella che costituisce l'anima mundi della mia conoscenza, atto ad insaporire prelibate portate.

Ovviamente, mi sbagliavo.

L'unica cosa che, lo stile ampolloso e accademico, per non dire onanistico, della Yourcenar ha condito sono state pagine, pagine e pagine di - termine tecnico - pippe mentali insaporite da una noia palpabile, di quella che fa calare irrimediabilmente la palpebra e ti costringe alla fustigazione morale per non appendere al chiodo il libro.

Immeritatamente osannato.

Due stelline, solo perché il lavoro di documentazione storica che c'è alle spalle è innegabile.
Se volete leggere un saggio storico di storia romana dal ritmo incalzante, moderno, coinvolgente lasciate perdere il buon Adriano e le sue velleità sul giovane Antinoo.

http://www.anobii.com/books/Memorie_di_Adriano/9788806600112/01802175408a1e709c/?comment=1&sort=6&page=6

Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano (2)

Giovanni T. scritto il Aug 25, 2011

Prendete l'imperatore Adriano storico, quello reale, dategli cinquanta calci nei coglioni, distruggetegli la vita, mettetegli il sonnifero nel cratere di vino e avrete il tedioso e pallosissimo protagonista del libro della Yourcenar. Consigliatissimo se non riuscite a prendere sonno o vi odiate.


http://www.anobii.com/books/Memorie_di_Adriano/9788806600112/01802175408a1e709c/?comment=1&sort=6&page=6

Marguerite Yourcenar - Memorie di Adriano

ARGO (29-05-2009)
nella mia carriera di accanito lettore ho letto libri lunghi, difficili, pervasi da temi filosofici, sociologici, mistici, umani spesso ardui. Joyce, Pavese, Rushdie, i grandi scrittori russi per citare alcuni maestri di penna e di vita, che hanno scritto meraviglie che mi hanno arricchito ed hanno cibato il mio intelletto e la mia anima. Con lo stesso spirito mi sono accostato a questo testo... peccato, la noia mi ha vinto, la mancanza di estro stilistico e narrativo ha sconfitto i miei buoni intenti. Il libro è UNA NOIA ENORME, i miei complimenti a chi stoicamente arriva alla fine, magari vittima dell'enorme potere suggestivo di un libro che, diciamolo, fa molto "figo". Scappate finchè potete, in giro c'è tantissimo di meglio !
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/code/9788806174088/yourcenar-marguerite/memorie-adriano-seguite.html

Marguerite Yourcenar - L'Opera al Nero (5)

Maurizio (17-02-2010)
Obiettivamente, uno dei più brutti libri che abbia mai letto. Alcune pagine sono ridicole (le lunghe descrizioni delle formule magiche), altre semplicemente disgustose.
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/code/9788807810626/yourcenar-marguerite/opera-al-nero.html

Marguerite Yourcenar - L'Opera al Nero (4)

Elsina scritto il Sep 20, 2011

Quanto studio meticoloso in questa biografia di un personaggio immaginario, il filosofo, medico e oscuro alchimista Zenone. Peccato che il dibattito politico per me sia insopportabile anche se coniugato al presente e che ogni dialogo sia l'occasione per complicare concetti semplici (caratteristica piuttosto comune nei nostri vicini di casa d'oltralpe). Fondamentalmente un'opera noiosa, con molte occasioni sprecate. Lontano, molto lontano, dalla fragile umanità di Adriano e delle sue memorie. Vorrei aggiungere che non solo gli omosessuali possono essere inquieti e tormentati. La quotidianità è ricca di spunti non banali e di persone interessanti. Peccato che la signora Yourcenar ne abbia sapute incontrare evidentemente poche nel suo presente.

http://www.anobii.com/books/Lopera_al_nero/9788807810626/01ee41fb8f43604550/

Marguerite Yourcenar - L'Opera al Nero (3)

super_al57 scritto il Sep 4, 2010

L'illuminismo ha rovinato questo mondo.

http://www.anobii.com/books/01ee41fb8f43604550/?comment=1&sort=3&page=2

Marguerite Yourcenar - L'Opera al Nero (2)

Ivan scritto il Mar 23, 2010

Qui l'unica Opera al nero che posso percepire è la cancrena dei miei testicoli...
La prosa della Yourcenar, già poco apprezzata in Memorie di Adriano, tocca qui vertiginosi picchi di tedio.

Ma, seriamente:
Un Bildungsroman che verte sulla vita e le opere di un immaginario medico e alchimista cinquecentesco è di per sé un argomento interessante; il forte grado di documentazione storica dell'autrice che traspare dal testo è sicuramente apprezzabile; la competenza sulla filosofia alchemica presentata è abbastanza completa.
Eppure il testo è illeggibile: perché?
Si analizzi il testo della quarta di copertina:

L'Opera al nero è la storia di un personaggio immaginario, Zenone, medico, alchimista, filosofo, dalla nascita illegittima a Bruges nei primi anni del Cinquecento, fino alla catastrofe che ne conclude l'esistenza.

Alt, specifichiamo: L'Opera al nero non narra una storia: presenta, in modo piuttosto sconnesso (in particolare nella prima parte), una serie di diapositive - conoscete la noia profonda di una serata trascorsa a osservare interminabili proiezioni di interessantissime immagini del museo Düpall di arte moderna? Se sì, potrete ricrearne un surrogato con questo libro - sulla vita di personaggi inventati, macchiette storiche, vicende politiche e religiose degli anni suddetti. Ogni tanto, raramente... diciamo: dieci pagine sulle centoventuno della prima parte? si parla anche dei viaggi di Zenone.
Sostenere infatti che:

Il racconto lo segue nei viaggi attraverso l'Europa e il Levante [...] nei perpetui e rischiosi spostamenti, tra rivolte e compromessi.

Sembra quanto meno azzardato - quando mai Zenone viaggia? Il carattere principale del testo è proprio la staticità: all'esatto contrario dei princìpi del solve et coagula, nulla si muove intorno a Zenone; la

folla di comparse, mercanti, banchieri, ecclesiastici, operai, donne di ogni livello e condizione

Non si incarna infatti in un viavai, in un moto: è una sequenza di affreschi, di accadimenti quotidiani, di

immagini colte dalla strada maestra, dal laboratorio, dal chiostro, dal banco di vendita, dalla taverna e, infine, dalla prigione.

Ma del tutto mancanti di vita. Ecco che allora il libro si chiude in una prigione, l'immagine ultima dell'immobilità.
Ma Zenone e il suo mondo sono prigionieri fin dall'inizio, condannati da una scrittura che non lascia adito ad alcuna speranza di scampare dall'occlusione, dal raffreddamento, dalla morte alchemica.


http://www.anobii.com/books/Lopera_al_nero/9788807810626/01ee41fb8f43604550/#