lunedì 19 settembre 2011

José Saramago - Cecità (5)

Fausto Nardi scritto il Mar 29, 2011

Uno dei più brutti libri che mi sia capitato di leggere. Ridondante, ripetitivo, prevedebile, noioso. Vorrebbe essere una parabola e allora ci sono almeno 220 pagine di troppo. Indulge in descrizioni inutili sulle brutture e sulle cattiverie umane, bastano i libri sui lager nazisti e comunisti. Almeno quei racconti sono veri! La lettura di questo libro è proprio stata del tempo buttato, per fortuna dopo le prime 130 pagine ho cominciato a leggerlo in trasversale. Saramago? Una grossa delusione.


http://www.anobii.com/books/Cecit%C3%A0/011594210abf40bf71/?comment=1&sort=6&page=5

José Saramago - Cecità (4)

Lidia scritto il Sep 25, 2008

So di essere assolutamente in minoranza - ma pur sempre in nutrita compagnia - ma devo confessare che non mi è per nulla piaciuto.
Anzi, a dire il vero l'ho trovato insopportabile.
Da una unica, originale ma comunque non strabiliante idea si sviluppa una trama mefitica e lentissima, angosciante e paludosa, dove non succede praticamente niente se non la celebrazione degli abissi dell'infamità umana che, obbligatoriamente, si schiudono non appena l'imprevisto e la paura sconvolgono la società.
Questa posizione nichilista e pessimista sull'essere umano è una delle cose che mi ha più infastidito di questo libro: la trovo di un semplicistico e di un qualunquismo esasperante, tra l'altro in piena contraddizione con le ricerche sociologiche e neurologiche, che ritengono le capacità collaborative tra conspecifici un must adattativo.
Del peculiare stile di scrittura dell'autore, così celebrato, preferisco non discutere, se non per il fatto che mi risulta sgradevole e stridente quanto un'unghia su una lavagna d'ardesia.

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José Saramago - Cecità (3)

Arianna scritto il Nov 9, 2009


Buonista!


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José Saramago - Cecità (2)

Hervé scritto il Oct 10, 2008

Una mattina mentre stai guidando ti accorgi che sei diventato cieco e che questa cecità improvvisa e inspiegabile, è contagiosa.
Racconta il seguito.

E niente soluzioni di comodo - direbbe Pennac - Non si tratta né di un sogno, né dei marziani, né dello scherzo di una fata, è la realtà.
L'immaginazione non è la menzogna!

Io me lo immagino così, Saramago, chino sulla sua scrivania come uno studente liceale in crisi d'ispirazione, che immagina tutti i risvolti possibili della situazione, ché c'è da riempire 4 colonne e tutto è buono per allungare il brodo.

Gli viene fuori questo romanzo di oltre 300 pagine, scritto fitto fitto, che se l'avesse scritto Baricco sarebbero state 3000 pagine, solo che Saramago deve avere il tasto Invio rotto, e non riesce più ad andare a capo, MAI.

La storia è una roba a metà tra una distopia Orwelliana e un horror sulle epidemie, tipo quelli
con gli zombie, che puzza tanto di esercizio di stile.
Non c'è cuore, non c'è poesia, non c'è etica.
C'è solo una profonda sfiducia nell'uomo, inesorabilmente perduto, e tanto sangue, e tanta merda.


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José Saramago - Cecità

Tir Na Nog scritto il Nov 9, 2010

Romanzo a tema sul sonno della ragione, pedagogico, moralista, pedante, assurdo e saccente. Scritto (bene) più con mestiere che con ispirazione artistica: la tecnica di riportare i dialoghi e di spersonalizzazione dei personaggi dà un effetto di nuovo e la novità dopo il 1900 in arte piace sempre, il tutto condito con emozioni da saldi al supermercato. Metà del libro sono frasi fatte/proverbi belli per i "semplici" ovvero coloro che non riescono a esprimere pensieri e sentimenti con parole proprie ma usano quelle della saggezza popolare, e che ringraziano avendo finalmente trovato un lavoro al loro livello.

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