lunedì 19 settembre 2011

José Saramago - Cecità (2)

Hervé scritto il Oct 10, 2008

Una mattina mentre stai guidando ti accorgi che sei diventato cieco e che questa cecità improvvisa e inspiegabile, è contagiosa.
Racconta il seguito.

E niente soluzioni di comodo - direbbe Pennac - Non si tratta né di un sogno, né dei marziani, né dello scherzo di una fata, è la realtà.
L'immaginazione non è la menzogna!

Io me lo immagino così, Saramago, chino sulla sua scrivania come uno studente liceale in crisi d'ispirazione, che immagina tutti i risvolti possibili della situazione, ché c'è da riempire 4 colonne e tutto è buono per allungare il brodo.

Gli viene fuori questo romanzo di oltre 300 pagine, scritto fitto fitto, che se l'avesse scritto Baricco sarebbero state 3000 pagine, solo che Saramago deve avere il tasto Invio rotto, e non riesce più ad andare a capo, MAI.

La storia è una roba a metà tra una distopia Orwelliana e un horror sulle epidemie, tipo quelli
con gli zombie, che puzza tanto di esercizio di stile.
Non c'è cuore, non c'è poesia, non c'è etica.
C'è solo una profonda sfiducia nell'uomo, inesorabilmente perduto, e tanto sangue, e tanta merda.


http://www.anobii.com/books/Cecit%C3%A0/011594210abf40bf71/?comment=1&sort=6&page=5

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