lunedì 12 settembre 2011

Primo Levi - Se Questo è un Uomo (3)

Werehare May 1, 2009

Letto a suo tempo, in terza media, mi era rimasto molto sullo stomaco. Il dramma, ormai sbandierato ovunque e in qualsiasi salsa, perde di significato.


http://www.anobii.com/books/Se_questo_%C3%A8_un_uomo/0174cdd3226bd2631f/#

Primo Levi - Se Questo è un Uomo (2)

ketch scritto il Oct 4, 2009

è ora di piantarla con sta storia della shoah D'accordo l'olocausto è stato terribile; ma se fossimo onesti riconosceremo tutti che questo libro è un inutile spreco cartaceo. Noioso, anzi del tutto privo di qualsiasi interesse. E finiamola con sta storia della shoah "per non dimenticare": sono passati 60anni. Di genocidi e atrocità varie nel mondo ce ne sono state, ce ne sono tutt'ora e ce ne saranno sempre; perché bisogna piagere solo per gli ebrei?

http://www.anobii.com/books/Diario/9788806166656/011952c9abe46a9ac5/?comment=1&sort=6&page=4

Anna Frank - Il Diario di Anna Frank (2)

ugaciaka scritto il Mar 19, 2010

non capirò il senso di leggere questo libro e perché è così famoso. In fondo è solo il diario di una che si è rifugiata in una soffitta e delle sue avventure quotidiane.

Di interessante c'è solo come è finita lì.

Per il resto è più utile Se questo è un uomo di Primo Levi.

http://www.anobii.com/books/Diario/9788806166656/011952c9abe46a9ac5/?comment=1&sort=6&page=4


Anna Frank - Il Diario di Anna Frank

Werehare scritto il May 14, 2009


Carino, ma piuttosto lontano dall’essere il “dramma” per cui talvolta viene spacciato. Come diario di una ragazzina qualunque è piuttosto godibile, e si possono cogliere accenni alla dimensione quotidiana del contesto storico tra le righe, ma nulla di più.

http://www.anobii.com/books/Diario/9788806166656/011952c9abe46a9ac5/?comment=1&sort=6&page=4


Thomas Pynchon - V

c.s. (13-01-2009)
Mi sono fermato a una trentina di pagine dalla fine (per dispetto): tanto, dopo il supplizio delle prime 556 pagine, nessun finale avrebbe potuto riscattare questo indigeribile mattone (e, comunque, solo i cattivi lettori leggono per sapere come andrà a finire). Ma il motivo principale di questa stroncatura non è tanto la trama (più o meno sconclusionata che sia), quanto la scrittura: questo libro è uno dei più perfetti esempi di prosa compiaciutamente sciatta che io abbia avuto in sorte di leggere. La storia si svolge seguendo prevalentemente due personaggi: Benny Profane e Stencil. In riferimento al primo ricorrono i seguenti termini: yo-yo (al cui moto è paragonato il vagabondare dell'eroe... che "bella" metafora...), schlemihl (yiddish per "persona stupida, goffa, sfortunata" ed epiteto fisso di Profane) e "mondo inanimato" (che evidenzia tratti di immotivata ostilità nei confronti del nostro eroe). Stencil (che significa "stampino", e chissà quali metafisiche profondità dovrebbe evocare questo nome, nelle intenzioni dell'autore) si muove invece sulle tracce del padre, nei cui appunti ha trovato delle allusioni alla misteriosa V. che dà il titolo al libro. Questi due filoni narrativi convergono (come una "V", pensate che arguzia...) verso la fine del romanzo. Prima della sospirata fine, però, dovete sorbirvi pagine e pagine di una prosa assolutamente incapace del minimo guizzo di immaginazione, affollata di personaggi di cartapesta, del tutto immemorabili, e punteggiata qua e là da sentenze che vorrebbero essere (forse) aforistiche, e sono invece il distillato dei più beceri luoghi comuni e di un nonsense stantio di sapore freudiano (3 esempi a caso:"Come si fa a scrivere la storia della propria vita se non si è virtualmente sicuri della propria morte?", "E' un peccato comune a chi è privo di fantasia il non voler accettare una situazione tollerabile","La virilità a Malta viene dunque definita sempre più in termini di 'rocciosità'"). Fine, sto esaurendo i caratteri. Userò gli ultimi per dirvi: NON COMPRATELO!
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788817006422/v/pynchon-thomas.html

Thomas Pynchon - L'Arcobaleno della Gravità (2)

marcobaschi (15-06-2011)
mirabolanti escursioni storico psichedeliche, pagine di densità accattivante amate da intellettuali con gli occhialetti fini ed enciclopedia alla mano; straordinarie digressioni descrittive sulla miriade di oggetti e sulle storie ad esso collegate; sicuramente un capolavoro di "qualcosa". Ma a me, sinceramente, fa schifo. Adesso mi toccherà leggere Hemingway per disintossicarmi. Rivoglio i 12 euro.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788817866903/arcobaleno-della-gravitagrave/pynchon-thomas.html

Thomas Pynchon - L'Arcobaleno della Gravità

Paolo paolo.alvino@rcs.it (22-09-2003)
Credo ancora che un romanzo debba essere scritto per raccontare una storia. Sennò è puro onanismo letterario: come questo.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788817866903/arcobaleno-della-gravitagrave/pynchon-thomas.html

Nathaniel Hawthorne - La Lettera Scarlatta (2)

Werehare. May 9, 2009

Noia, noia, noia. Si torna sempre sugli stessi due o tre concetti come se il lettore fosse cieco/sodo/scemo, si sbandiera sempre la stessa angoscia a quintali che comunque non riesce a sfiorarmi. Il problema è raccontato e non mostrato: si poteva farlo emergere meglio dal contesto, visto e considerato l'ambiente puritano.


http://www.anobii.com/werehare/comments?public=1&sort=10&page=2

Louis-Ferdinand Celine - Viaggio al Termine della Notte

Michele Bertacchi michelebertacchi@hotmail.com (14-07-2005)
Sicuramente un libro che, sia con la trama forte e ricca, sia con il linguaggio schietto e pittoresco, approfondisce temi fondamentali del novecento... Lo fa con ritratti impietosi di personaggi spauriti, situazioni disarmanti e semicomiche. Ma il mondo che Celine ritrae è veramente esagerato: non lascia scampo ad alcun attimo di gioia, niente di genuino... Un pessimismo così schiacciante da appiattire tutto un secolo e ridurlo inevitabilmente ad un ammasso di schifezze. Davvero questo pessimismo sfegatato è arte? Esistono molte forme di pessimismo, più sottili, leggere e argute, che però riescono a scavare più in fondo, senza mai cadere nel banale come accade nel libro di Céline. La scrittura è pesante, scattosa e faticosa. I fatti si accavallano l'uno sull'altro, senza spessore, e molti personaggi sono talmente insignificanti da venire scordati nel giro di poche pagine. In poche parole, io tutta questa genialità proprio non la vedo... Un libro che si legge con fatica, un racconto che non è un racconto, bensì una raffica di frasi sconsolate, arrabbiate, talvolta volgari, che rotolano una sull'altra e ti vengono addosso, senza però lasciarti niente di buono (o di cattivo, perchè no?) dentro. Volete un consiglio? Esistono tante opere veramente valide ed indimenticabili, che ognuno dovrebbe leggere, dunque non sprecate tempo con le minori.
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788879720175&rec=41

Alan Moore, Dave Gibson - Watchmen

Angelo Ventura (15-09-2009)
Mai cercato di leggere una Graphic Novel più deprimente. I personaggi sono tutti depressi schizzati, peggio di Marvin l'Androide Paranoico della Guida Galattica per Autostoppisti. Non c'è nessun filo di luce, al confronto l'Eccclesiaste e il Libro Egiziano dei Morti sono opere buffe.Mi spiace, ma non ci siamo. Splendida grafica, ovviamente, ma se voglio deprimermi mi basta il giornale di oggi. Quella graphic novel sembra scritta da Camus, Schopenauer e Kafka col mal di denti. Leggerò Monsieur Jean di Dupuy-Berberian o Corto Maltese. Sono più equilibrati.
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/code/9788467473261/moore-alan-gibbons-dave/watchmen.html

j.D. Salinger - Il Giovane Holden (4)

Werehare. Jul 12, 2009

Mi aspettavo una mezza schifezza, ma non di queste dimensioni. Di carina c'è l'atmosfera da college inglese, i personaggi-macchietta su cui si ride, la caratterizzazione dal tratto efficace che rende l'idea senza troppe spiegazioni, la sensazione di frustrazione e di insensatezza che spinge Holden a lasciarsi trascinare dalle cose e a finire per combinare stupidaggini anche divertenti. Ma tutto il resto è ben sotto la leggibilità: Holden tristanzuolo, insensato e stordito come un procione dall'inizio alla fine, finale apertissimo se non proprio inconcludente, scrittura irritante oltre ogni limite - chi non ha voglia di afferrare la motosega e farla finita dopo duecentoquaranta pagine di "vecchio", "vattelapesca", "non scherzo" ed "eccetera" ogni due parole? E non sto esagerando, se in ogni frase non ci sono almeno tre di queste quattro espressioni l'autore pare non essere soddisfatto. Capisco che sia gergo gggiovane, ma la ripetizione ossessiva mi svanga alquanto. E poi ripetizioni, digressioni, frasi da tre parole, che va bene, rendono la scrittura immediata del giovanotto, ma alla lunga sono pesanti (e poi Holden non era bravo in inglese? A me proprio non è parso). Inoltre molte scelte lessicali del traduttore mi lasciano perplessa.
Infine, capisco che Holden adori oltre misura i propri fratelli, ma tutta questa propaganda a oltranza mi ha - stranamente! - stufata a morte.
(Se non altro, ora ho capito da chi ha scopiazzato Brizzi)


http://www.anobii.com/werehare/comments?public=1&sort=10&page=11

Elias Canetti - Auto da fè (2)

Marco B. (15-09-2008)
Quasi illeggibile. Nonostante la continua citazione alla psicanalisi classica, penso che "Auto da fé" sia datatissimo e insopportabile. I personaggi sono dei mentecatti disadattati, caricature irritanti e ridicole prive di sfaccettature, capacità di adattamento, e di qualuneu spessore. Non capiscono niente di niente, né evolvono, sempre uguali a se stessi dalla prima all'ultima pagina. Kien è un grande studioso - lontano dalla scrivania, un inetto disadattato; Therese è ignorante e avida; Benedikt è primitivo, violento e violentatore; il nano è uno scacchista presuntuoso e subdolo; Georg, forse, ha qualche traccia di senno (infatti sbroglierà in parte la matassa). Nessun'altra caratteristica per tutti loro. Lo studio delle miserie umane è annegato in un insopportabile e ossessivo flusso di coscienza che serve solo a confermare (nevroticamente) i pensieri (arbitrari e malati) dei personaggi. Un'opera incredibilmente sopravvalutata.
Voto: 2 / 5

Elias Canetti - Auto da fè

Monsa andreamonsagrati@hotmail.it (26-01-2009)
Me ne sono dovuto andare (e tornare) da Monselice con il regionale per ricavarmi 8 ore di prigione e solitudine e terminare questo autentico capolavoro della masturbazione. Mai avevo faticato così tanto, in tutta la mia vita - e ne ho letti di libri - per terminare qualcosa di scritto. Il mio responso è il seguente: "Tutti hanno il diritto di scrivere ma non tutti scrivono come Thomas Mann e Marcel Proust. Uno assaggia la madeleine e nasce "Dalla Parte di Swan" un altro assaggia la madeleine e, al massimo, ti chiede una tazza di thè star. Ecco: Elias Canetti appartiene a questa schiera di uomini: i non dotati. Auto da fè è un libro vuoto come la testa di un calciatore e pretenzioso come le calze a rete di una sessantenne. Sono 530 pagine di nulla con personaggi odiosi, inutili e vuoti. La storia, semplicemente, non c'è. Il mesaggio non c'è. La bravura neppure. Regalatelo al Vs. peggiore nemico dicendogli che si tratta di un capolavoro della letteratura: se già solo dovesse arrivare a pagina 100 vi sarete rifatti di qualsiasi torto subito."
Voto: 1 / 5

Thomas Mann - La Montagna Incantata

Anobii-Wan Kenobi scritto il Aug 28, 2010

Va ascritto tra i maggiori trionfi dell'industria editoriale l'essere riuscita a spacciare per capolavoro della letteratura questo pachiderma cartaceo.
E' nota l'esilità della trama. Tuttavia questo non sarebbe grave, se non lasciasse spazio a tutta una serie di insopportabili concioni con cui una risma di inutili personaggi, tra i quali spiccano l'italico Settembrini (quante volte avrei voluto essere lì con lui, sul ciglio di un burrone, per spingerlo giù e tappargli la bocca per sempre!) e il gesuita ebreo (!!!) Naphta, ammorbano l'incolpevole lettore. Sono i soliti discorsi cari a Mann (per un supplemento di supplizio si legga il Doctor Faustus) sullo Spirito del Popolo Tedesco, e bla bla bla di questo passo: tema che (forse) può (o poteva) interessare appunto i tedeschi, ma per il quale il resto dell'umanità coltiva una salutare indifferenza. In effetti, il succo del libro si può riassumere proprio in questo carattere "tedesco": pedante, tetro, ottuso.
Nella "Lezione per gli studenti di Princeton", inclusa in appendice, Mann esprime la sua speranza che i personaggi del libro, "tutti esponenti, rappresentanti e messaggeri di territori, princìpi e mondi spirituali [...] non siano per questo ombre e allegorie ambulanti": spiacente, Herr Mann, ma è esattamente quello che sono, e non hanno più personalità o profondità di quanta ne avesse la porta su cui Lutero affiggeva le proprie tesi, così come Lei gli appiccica addosso le Sue soporifere elucubrazioni.
Anche il capitolo fondamentale (?), "Neve", lungi dal rappresentare un sogno plausibile, è una tiritera allegorica dalla simbologia infantile, a tratti imbarazzante.
Insomma, il libro è un mattone mostruoso e certo non lo riscatta la scrittura "pirotecnica" del Nostro (immagino che il manoscritto sia vergato in caratteri gotici...)
L'unico guizzo, quando, per il suo suono particolare, il russo viene definito "una lingua senz'ossa". Poi tutto si placa, e continua il letargo sulla Montagna Incantata.

http://www.anobii.com/books/01b0b92af2ed953edb/?comment=1&sort=6&page=2

Gunther Grass - Il Tamburo di Latta

Walter (20-05-2009)
La quarta di copertina da' l'idea di un libro divertente. Le prime pagine confermano l'idea. Peccato che poi diventi di una pesantezza insostenibile: sfilze di nomi, nomi di persone o di citta', e pagine e pagine per descrivere cose del tutto noiose. Un libro di formazione tra i piu' sopravvalutati: mi rompe che i commenti siano perlopiu' indulgenti sulla pesantezza ritenuta necessaria e adeguata al tema. Sul tema della guerra consiglio Mattatoio n.5. Divertente e folle e intelligente.
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/code/9788807720789/grass-g-uuml-nter/tamburo-di-latta.html