domenica 4 settembre 2011

William Golding - Il Signore delle Mosche (2)

Eleonora (19-12-2005)
Il libro è scialbo e pieno di descrizioni. La storia è bella, avvincente, se non fosse per la scrittura, sarebbe un bellissimo libro. La scrittura è lenta e pesante e , anche se la tesi dell'autore è giusta, in qualche modo, il libro non può essere verosimile. Alcuni lo definiscono una critica contro il sistema scolastico ed educativo inglese, invece è soltanto una storia non verosimile, scritta in modo lento e opaco, senza riflessioni profonde. I dialoghi sono brevi e veloci, altra componente negativa, e sono preferite le lunghe descrizioni articolatissime. Inomma, è un libro da evitare, anche se insegna qualcosa, di futile, ovviamente, ma comunque lo insegna.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804492467&rec=81

William Golding - Il Signore delle Mosche

crystalfg85 (06-03-2009)
Il libro è eccessivamente surreale, distaccato dalla realtà. La descrizione dell'isola è pessima (vedere invece R. L. Stevenson, L'isola del tesoro). I dialoghi sono a volte frustranti, sconnessi e ripetitivi. Per la prima metà il libro mina severamente la pazienza del lettore. Poi una luce si accende e il libro si fa enormemente più bello e interessante. Allora ti aspetti un finale degno di un premio nobel e 14 milioni di copie vendute: invece no, il libro si interrompe bruscamente. In poche righe Golding ci liquida. Nessun approfondimento, nessun commento.5 su 5 per il significato filosofico e per la costruzione dei personaggi.1 su 5 per la realizzazione tecnica.
Voto: 3 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804492467&rec=21

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine (6)

Francesca (07-01-2005)
Indubbiamente, Garcia Marquez scrive bene, ma la storia mi è parsa farraginosa: insomma, il libro non mi è piaciuto per niente. D'altra parte, un'amica colombiana mi ha detto che laggiù lo scrittore è noto come Gabriel Garcia Marketing, perché lo ritengono soprattutto bravo a vendere...
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804404071&rec=121

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine (5)

Sonja (11-10-2006)
purtroppo solo poche recensioni negative: un libro superficiale, senza alcun senso, senza profondità... Il contenuto di ogni capitolo davvero paragonabile agli Harmony, lo mollo a pagina 171, non ne posso +
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804404071&rec=61

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine (4)

FD (16-05-2007)
No, a me non è piaciuto. Nonostante non contenga lunghe descrizioni, o concetti complicati (o dei concetti e basta...), l'ho trovato molto noioso, proprio per la storia in sè. Cent'anni di solitudine non è altro che il resoconto negli anni delle vicende di una famiglia, i Buendia, e innanzitutto va detto che questo libro presenta come se nulla fosse elementi assurdi e ridicoli: c'è una che sale in cielo, una pioggia che dura per anni senza mai interrompersi, un tizio che ovunque vada gli volano attorno farfalle e altre amenità del genere... in sostanza, la storia è piena di assurdità senza senso (che sono ben diverse dalla fantasia, o dal saper sognare, secondo me), penso per spezzare la monotonia di una storia che altrimenti è sempre uguale a se stessa: stessi nomi, stesse vicende, stessa solfa (se uno è interessato a una saga familiare, sono di gran lunga meglio i Buddenbrook di Thomas Mann, o La famiglia Moskat di Singer). I personaggi, poi, sono approfonditi in modo molto superficiale: Marquez ci racconta della loro vita sessuale e ci informa di qualche particolare insignificante o irrealistico (ad esempio, a uno piace costruire pesciolini d’oro, un’altra cammina sempre col braccio alzato...) ma a parte questo, nient’altro. In altre parole, trascura totalmente l’introspezione psicologica (ciò che secondo me rende i personaggi dei libri davvero umani, grandi e indimenticabili). In sintesi, nonostante sia un libro apprezzato da tantissimi e osannato come capolavoro della letteratura, io non l’ho trovato tale: libri ne ho letti tanti, e per me i capovalori sono ben altri, libri come ad esempio I miserabili di Hugo, I fratelli Karamazov di Dostoevskj, Anna Karenina di Tolstoj, L'amante di Lady Chatterley di Lawrence, Lo scherzo di Kundera, Il maestro e Margherita di Bulgakov, Il fu Mattia Pascal di Pirandello, Gita al Faro di Virginia Woolf e molti altri libri... libri che hanno tantissimo da esprimere, mentre cent’anni no, per me non dice nulla, è proprio vuoto, e a parer mio estremamente sopravvalutato...
Voto: 1 / 5

http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804404071&rec=41

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine (3)

Claudio (24-01-2009)
Non ci poteva essere titolo più adatto. Questo libro merita cent'anni di solitudine e forse anche di più... E' stata una tortura portarlo a termine, non tanto perchè narra una storia senza senso, o perchè i personaggi hanno sempre gli stessi nomi, ma perchè è semplicemente un romanzo brutto!!! Non mi spiego come possa essere considerato un classico della letteratura mondiale. Mi domando se tutte quelle persone che lo giudicano ottimo, hanno veramente capito qualcosa di questo libro, o si spacciano per intellettuali filosofi solo per darsi un tono...
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804404071&rec=21

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine (2)

Tonino (18-07-2009)
Un libro assolutamente sopravvalutato. Qualsiasi altro libro di Marquez è superiore, in particolare "Vivere per raccontarla", che narra come fu composto questo libro qui recensito, è decisamente migliore. Raffazzonato, scritto (tradotto?) male, senza logica, noioso da leggere. Purtroppo ha condizionato decenni di scrittori sudamericani, che fino a che non scrivono una copia di questo libro non si sentono a posto (vedere Isabelle Allende, tutto quello che ha scritto dopo l'inutile 'La casa degli spiriti' è nettamente migliore).
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804404071/garc-iacute-a-m-aacute-rquez-gabriel/cent-anni-di-solitudine.html

Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di Solitudine

luca (31-03-2011)
Ho appena finito di leggere il romanzo e la mia impressione è che, per l'assegnazione del Nobel a Marquez e a questo libro, si sia tenuto più conto della "novità" creata dall'apparire sulle scene mondiali una cultura fino ad allora ignorata (quella sudamenricana per intenderci), che all'effettivo valore dell'opera. La stessa infatti, non scende assolutamente in profondità nell'animo di molti di loro e non dice assolutamente nulla di nuovo di quanto non si sappia su quei popoli: che siano stati colonizzati? Lo sapevamo! Che compagnie bananiere si siano impossessate delle loro terre? Lo sapevamo! Che vivono in un mondo pieno di pregiudizi e riti alchemici e/o religiosi? Lo sapevamo! Che si chiamano tutti con lo stesso nome e fisicamente si assomigliano più o meno tutti? Lo sapevamo! Per cui, cosa mi lascia questo romanzo? Una selva di nomi tutti uguali tra cui confondersi, una serie di diavolerie assurde spesso immotivate (una che fa disegni sui muri con le proprie feci ? Un'altro circondato da farfalle gialle? Un altro ancora che appare dopo decine di anni e gli sparano subito in testa? Lutti che colpiscono la casa in continuazione come se fosse di colpo scoppiata la peste?) Insomma, tali vicende astruse e insensate devo confessare mi hanno a volte dato la sensazione di leggere del ghiaccio venduto agli esquimesi, per restare in tema col romanzo. Ho letto di molto, molto meglio.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804404071/garc-iacute-a-m-aacute-rquez-gabriel/cent-anni-di-solitudine.html

Jack Kerouac - Sulla Strada (2)

Pamela (24-07-2006)
Ragazzi mi dispiace ma no, questo libro mi ha stomacata. Premetto che sono un'accanita lettrice di mattoni di ogni genere, ma questo ho fatto veramente fatica a finirlo. Non un'interazione con i personaggi all'esterno del gruppo...Frasi infinite piatte tipo elenco della spesa, senza la minima introspezione, senza cambi di colore...Non una descrizione paesaggistica degna di nota...Non una descrizione vera e pura delle proprie emozioni...Solo quintali di birra, droga, prostitute, stati vergognosi, gentaglia, e le stesse identiche scene che si ripetono (cambiano i nomi dei personaggi) da una parte all'altra del continente. Razzismo malcelato e fastidioso. No mi spiace, lo trovo terribile.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804555179&rec=41

Winfried Sebald - Austerlitz

Giovanna a Firenze scritto il Sep 25, 2010
Ma non so che dire . Comicio col dire che visto piace a Susan Sontag già questo la dice lunga. Non mi é piaciuto che l'artificio di far raccontar la storia da un altro lo rende pesante e ripetitivo il continuo 'Austerliz disse'. L'uso periodi lunghi di questi tempi mi sembrano inutile anticaglia, o un' attetazione. Il soggetto stesso di questa storia il signor Austerliz aveva bisogno di vedere uno psichiatra e/o uno psicoanalista e non un soggetto di romaticismo mal posto. Della serie solo i depressi capiscono il vero senso della vita. Questo poteva andare bene nel secolo scorso , ma non ora.

http://www.anobii.com/books/01346b3b706f86a732/?comment=1&sort=3&page=2

(segnalato da Moondust: http://moondust-moondust.blogspot.com)

Jack Kerouac - Sulla Strada

valentina (27-01-2011)
Chi definisce questo romanzo capolavoro forse dovrebbe cercarne il significato sul dizionario o leggere autori che di CAPOLAVORI ne hanno fatti davvero!NOIOSO, NOIOSO, NOIOSO!BANALE, BANALE, BANALE!Sicuramente nel contesto di quegli anni sarà stata un'opera che avrà avuto un senso, ma sinceramente oggi non gliene trovo uno. E l'autore non aiuta in questo!Non trasmette nulla al lettore, nè lo coinvolge facendoglielo sentire davvero lo spirito "on the road"!!Mi è piaciuta una sola pag. su 362!Uno scialbo diario di bordo in cui le stesse situazioni si ripetono sino alla nausea, cambiano solo le città!C'è chi ha parlato di profondità?In quale parte?Credevo fosse ricco di dialoghi e riflessioni sulla vita, sul senso profondo del loro viaggio sulla strada, invece mi ritrovo a leggere pagine e pagine di un folle che abbandona donne (la parte dedicata al sesso femminile è squallida fino all'inverosimile!!!) e figli per il mondo, senza contare lo stesso Sal quando era malato...e poi questo sarebbe il libro sull'amicizia???E Dean sarebbe un idolo???Bah!!!!!Spero di non conoscerla mai questo tipo d'amicizia allora!Non mi ha lasciato davvero nulla, un libro inutile che mi ha delusa al 101%, spero di non buttare mai più soldi così!Si parla di "grande autenticità artistica ed esistenziale"?Vorrei parlare con chi ha scritto queste parole visto che non si capisce assolutamente nulla della psicologia e del carattere dei personaggi (centomila persone nominate che non hanno ruolo sostanziale!)!Se ci fosse stata la possibilità non gli averi dato neanche una stella!Quella che c'è è perchè almeno è chiarissima la distinzione che voleva mettere in luce tra il conformismo e la beat generation della società americana di quegli anni...per il resto...BOCCIATO su tutta la linea!!!!!
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804555179/kerouac-jack/sulla-strada.html

William Faulkner - Mentre Morivo

francesco franzdebba@libero.it (17-05-2010)
profeta del non senso ,della narrazione avvolta da una serie infinita di figure retoriche,preferisco personalmente tolstoj,dostoevskij e dickens,se non cronin, addirittura,quindi trovo che sia inutile leggere faulkner.la tecnica e' molto semplice,per il lettore scorre un fiume di tempo,tutto diviene,per lo scrittore tutto rimane fermo e concentrato,racchiuso e speso in uno scorcio insignificante,forse una frazione-atomo di secondo,che contiene il libro...tutto cio' in corrispondenza delle ore trascorse a meditare il suo scritto,chiedendosi cosa sarebbe meglio per un uomo ,se avere le radici di un tronco o le gambe,o se per un albero sia meglio avere le gambe piuttosto delle radici,a porsi interrogativi sulla natura dell'essere,se si e' o non si e' sapendo di non essere o non sapendo di essere o non essere tutto sommato si finisca con l'essere qualcosa;privo di senso.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788845915802/faulkner-william/mentre-morivo.html

Don De Lillo - Rumore Bianco (3)

Bruno (07-06-2010)
Un esile spunto affogato in una storia di una noia e di una inconsistenza mortale. Una finta e sbiadita critica del consumismo americano (si salvi chi può - leggere Calvino) che dovrebbe far da contorno alla descrizione dell'atavica paura della morte nel mondo moderno. Una coppia di coniugi pluridivorziati, fintamente beati nel loro amore senza ombre ma anche senza pathos, una caterva di figli e figliastri in tenera età che parlano come filosofi paludati e risultano pedanti oltre che noiosi, due snervanti colleghi di lavoro del marito, i monologhi filosofici ampollosi e logorroici di uno dei quali riempiono pagine e pagine senza dire nulla. Un terzo del romanzo passa senza che succeda nulla. Un altro terzo se ne va con il resoconto di un incidente urbano il cui mistero viene lasciato intristire e ammuffire e non incuriosice mai. La terza parte è riempita dalla storia vera e propria, la cui svogliatezza, imbecillità e assurdità fa cascare le braccia a terra. Il tutto a contorno di un'atmosfera in cui dovrebbe fare da protagonista la paura della morte indotta inverosimilmente nel protagonista da dichiarazioni di sedicenti e misteriosi esperti e di esami medici mai letti, e inspiegabilmente annidata nell'animo della moglie fino a farla precipitare nel baratro della tossicodipendenza e della lussuria fedigrafa, per poi farla ritornare normale come se nulla fosse. Finito di leggere quasi forzatamente in uno sfinimento totale. Meno male che esistono altri autori.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173913/delillo-don/rumore-bianco.html

Don De Lillo - Rumore Bianco (2)

Daniele daniele.palazzo@inwind.it (04-06-2008)
Stile abbastanza ampolloso, trama insulsa e poche sferzate verso l'America contemporanea. Altro che capolavoro!
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173913/delillo-don/rumore-bianco.html

Don De Lillo - Rumore Bianco

antorizz (15-01-2010)
quando la critica genera miti.... noioso fino allo sfinimento e ricco solo di quell'arroganza tipica dell'americano pseudo-intelletualoide.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173913/delillo-don/rumore-bianco.html

Beppe Fenoglio - Una Questione Privata

xyzeta (19-06-2006)
Questo è il primo romanzo di Fenoglio che ho letto e penso che sarà anche l'ultimo. Comincia bene e sembra veramente una questione privata interessante, poi lo scrittore pare perdere il filo e narrare storie che non interessano a nessuno e descrivere luoghi che nessuno riconoscerebbe andandoci tanto sono male delineati. Può piacere soltanto a un ex-partigiano o a una persona che lo vorrebbe essere o essere stato, ma di questi tempi di guerre e di morti in guerra ne abbiamo fin sopra i capelli.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788806180751&rec=21

Michail Bulgakov - Il Maestro e Margherita (2)

Palestrione james_utopia@libero.it (27-11-2009)
Non è un grandissimo romanzo. Non ha stile. Non c'è introspezione psicologica. Non c'è intensità narrativa. E' confuso, caotico, senza un filo conduttore. E' una delusione. C'è di meglio. Non capisco come qualcuno possa averlo giudicato un capolavoro. Mi aspettavo molto di più.Delusione.Non vedevo l'ora di finirlo. Verso la fine, non l'ho retto più e leggevo velocemente, anche se non capivo.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173739/bulgakov-michail/maestro-margherita.html

Michail Bulgakov - Il Maestro e Margherita

elisa (26-08-2011)
Faticosissimo da leggere con attenzione e senza sorvolare su troppi dettagli tesi a stupire. Troppo rari i punti poetici. A mio avviso la denuncia che contiene si perde nelle fantasie disordinate e l'eccesso di ironia sminuisce la tragedia.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173739/bulgakov-michail/maestro-margherita.html

J.W. Goethe - Faust

Carlo cacappe@hotmail.com (23-01-2004)
Due volumi (non direi volumetti): il primo molto bello, il secondo quasi illeggibile per noi contemporanei.Il primo è bello, affascina, conquista... il secondo è un inutile sfoggio delle sue capacità e della sua cultura, pieno di visioni e stupidaggini.
Voto: 3 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804520115/faust/goethe-wolfgang.html

Vladimir Nabokov - Lolita

Vella vella2x@gmail.com (02-09-2010)
Come ammette l'autore nella postfazione, il libro è stato scritto in una lingua (l'inglese) che non padroneggia molto bene. E si sente [n.b.: il commento si riferisce all'edizione italiana! n.d.r.].Lingua melensa, aggettivazioni e analogie scontate, manieristiche ed eccessive.Senza contare la poca inventiva nella trama: muore la madre, partenza per un viaggio. Sosta normalizzatrice e poi cosa si inventa Nabokov? Un altro viaggio fotocopia del primo. Wow!!!La scena finale poi è un concentrato di assurdità forzate, a ricercare un'artificiale e pedante effetto sorpresa, l'isolito a tutti i costi; emblema di tutto il libro.Solo il tema pruriginoso tiene precariamente in piedi il libro.Noioso.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788845912542/nabokov-vladimir/lolita.html

Joseph Conrad - Cuore di Tenebra

Ciro cirotoma@inwind.it (19-02-2003)
Si capisce che Conrad scrive in una lingua non sua [n.b.: il commento si riferisce all'edizione italiana! n.d.r.]. Non ha a cuore il bel tenebroso la leggerezza del testo che è inutilmente ripetitivo e intricato. Conrad fa il sostenuto da un punto di vista letterario con immagini molto complesse, ma senza rispetto per il lettore . Troppo lento il racconto perchè susciti il suo interesse. Molto bella invece la recensione di Baricco.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788807821189/conrad-joseph/cuore-di-tenebra.html

Lev Tolstoj - Anna Karenina

Valter valter.guaraldi@marposs.com (09-01-2009)
Una grande opera. Lo spessore con il quale il buon Tolstoj si pronuncia nel descrivere le riflessioni dei personaggi è notevole e lodevole. Ma non posso dare un giudizio positivo, purtroppo disturbando la media del punteggio e correndo pure il rischio di essere preso per matto; ma la mia opinione è che questo romanzo soffre delle seguenti problematiche: è noioso e faticoso: Tolstoj non si è messo dalla parte del lettore, che si scoraggia facilmente di fronte a lunghe descrizioni non scorrevoli e per vari motivi. Il lettore soffre molto per la forte difficoltà nel trasformare l'attenzione in interesse, anche per la mancanza di meccanismi letterali. Nel suo complesso, lo paragono ad un grande edificio in cui non si capisce bene come sono strutturate le stanze; sempre non si capisce dove lo scrittore voglia andare a parare, proponendo descrizioni che si collegano in mal modo, prive di quel talento che serve per far rendere il lettore anch'esso protagonista con l'intera vicenda.Consiglio lo stesso a chiunque di leggerlo per farsi un'idea, e magari confrontarlo invece con altresì grandi opere per esempio di Hugo tipo I Miserabili, o Zola con La Bestia Umana.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806175702/tolstoj-lev/anna-karenina.html

Henry James - Ritratto di Signora

filippo (12-07-2005)
ahimè è molto lento, sinceramente mi aspettavo di più da Henry James. E' un libro probabilmente che a molti potrà sembrare inconcludente, infatti l'autore non esprime giudizi in merito alle due culture, quella americana, di cui è nativo, e quella europea.
Voto: 2 / 5

Francis Scott Fitzgerald - Il Grande Gatsby (3)

marina (09-12-2004)
a chi dice che è il miglior libro che ha letto, dico che non ha mai letto nulla oltre a Topolino. a me non è piaciuto per niente, lo stile di bassa qualità, la storia troppo lunga e poco chiarita.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804493044&rec=41

Francis Scott Fitzgerald - Il Grande Gatsby (2)

Daniele (04-03-2007)
Un libro sopravvalutato e sostanzialmente mediocre, che si salva dalla stroncatura completa, solo per alcuni passaggi in cui descrive mirabilemte la società americana degli anni Venti. Fitzgerald aveva compreso che presto il sistema sarebbe crollato, e l'"American dream" sarebbe diventato un incubo. Purtroppo però il libro è mal sviluppato, sia nella trama che nella caratterizzazione dei personaggi. Quest'ultimi sono piatti e poco credibili, senza una psicologia propria. Un libro con ottimi intenti(descrivere l'incoscienza e la frivolezza della classe ricca dell'epoca, assieme alla percezione del disastro economico imminente), ma che non riesce a decollare restando piatto e noioso. Peccato.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804493044&rec=21

Francis Scott Fitzgerald - Il Grande Gatsby

elanhyer alkatrazo@yahoo.com (24-03-2011)
Se questo è un capolavoro della narrativa americana, la gente dovrebbe iniziare a sfogliare un bel pò di libri. Storia noiosissima, personaggi piatti, dialoghi frivoli e convenzionali. Mentre leggevo mi veniva la voglia di prendere il libro e di gettarlo dalla finestra. Mi dispiace per i soldi spesi. Tempo sprecato. Non merita neanche un voto.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804493044/fitzgerald-francis-scott-zzz99/grande-gatsby.html

Thomas Pynchon - L'Incanto del Lotto 49

ag (07-05-2007)
Ho cercato questo libro per anni (era piuttosto introvabile), perchè ne leggevo ovunque recensioni entusiastiche. Libro culto, grande scrittore... E' citato sulle antologie, nelle ''biblioteche ideali'', negli elenchi dei libri fondamentali di letteratura americana. Mi aspettavo una specie di Tom Robbins [autore di capolavori come Cowgirls il nuovo sesso; Coscine di Pollo; B come Birra. n.d.r.]. A mio parere è un libercolo fastidiosamente inutile, faticoso, incomprensibile, difficile, poco fluido, e nemmeno interessante. L'ho finito solo perchè è corto. Una delusione. Giuro che non riesco a capire i commenti precedenti, che si esaltano e gridano al miracolo. Ognuno ovviamente ha i suoi gusti. Ma che ci sia tanto da dire su tanto poco mi stupisce. Sarà un mio limite. Il miracolo è finirlo di leggere! Pur rispettando l'opinione altrui, quasi quasi mi viene da pensare che i commentatori precedenti vogliano prendere in giro!
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788876413667/pynchon-thomas/incanto-del-lotto-49.html

Franz Kafka - La Metamorfosi

Stefano88 (02-06-2009)
Forse non percepisco le sfumature in profondità, ma non riesco a proprio a reputare un "capolavoro" questo testo...Non ti entusiasma mai, non crea nulla di solido e sembra che le parole vaghino come il protagonista, in cerca di un posto in cui stare..Il finale poi non desta nessuna meraviglia e tantomeno risolleva le sorti di un libro che se l'avessi scritto Io nessuno avrebbe considerato...Credo che tutti i critici e non, siano abbagliati dal nome importante..però allora mi chiedo com'è possibile raggiungere anche se da postumo, il successo con quest'opera...
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806191672/kafka-franz/metamorfosi.html

Joesph Conrad - Cuore di Tenebra

Nicola Mosti (10-03-2011)
Per cominciare, intenderei demolire la tiritera in base alla quale ai lettori non è consentito esprimere critiche ad un testo di narrativa, se non lo si contestualizza, se non si sposta il piano di lettura, se non si trasfigurano i contenuti ed altre simili amenità... Perché se è vero che l'analisi di un testo non può prescindere dal periodo storico del componimento e dal contesto socio-culturale contingente all'autore, è pur vero che uno scrittore non può mai prescindere dalle regole universali della buona scrittura, per quanto queste siano intuitive, piuttosto che codificabili.Questa premessa, in realtà, non è condotta tanto per anticipare una stroncatura del libro, quanto per sgombrare il campo dai preconcetti che ammorbano la mente dei critici di professione, secondo i quali i mostri sacri della letteratura non possono mai essere intaccati o messi in discussione dai semplici lettori. Quegli stessi personaggi che, dallo scranno del loro dottissimo studio, distruggono inappellabilmente gli autori contemporanei, per poi glorificarli e venerarli incondizionatamente una volta deceduti.Detto questo, non si può fare a meno di riconoscere a Joseph Conrad un indiscutibile talento narrativo ed in "Cuore di tenebra" un'opera evocativa, per molti aspetti morbosamente suggestiva. Tuttavia, questa pur affascinante suggestione preparatoria, che si solleva progressivamente nel corso del romanzo come un'angosciosa onda di marea, non trova sfogo in alcuna appagante rivelazione, lasciando al lettore una spiacevole sensazione di promessa disattesa.
Voto: 3 / 5


http://www.ibs.it/code/9788811364122/recensioni-libro.html

Franz Kafka - Il Processo

Nicola Mosti (07-06-2009)
Forse molti reputano "inopportuno" offendere la memoria di un mostro sacro come Kafka, ma, io che me ne frego, vi dirò... Penso sinceramente che sia difficile - anche considerata l'epoca di stesura - trovare uno scrittore così pedante, vischioso, lento, macchinoso ed insopportabilmente noioso quale mi è risultato questo tale. Dalle biografie pervenuteci, pare che Kafka abbia rimuginato tutta la vita a dubitare delle proprie qualità di scrittore... Se almeno avesse rimuginato un po' di più...
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788811363071/recensioni-libro.html

Dino Buzzati - Il Deserto dei Tartari (2)

m giuly (09-09-2004)
mi ricorda kafka solo che è pesante lungo e noioso io la mia vita ho deciso di viverla al massimo...
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/ser/serdsp.asp?isbn=9788804492955&rec=61

Dino Buzzati - Il Deserto dei Tartari

Nicola Mosti (19-11-2008)
Nonostante lo spunto iniziale e l'idea di fondo del libro fossero dotate di inequivocabile interesse, l'autore - probabilmente perché meno maturo rispetto ai suoi 'sessanta racconti' - non riesce a sviluppare i temi in maniera soddisfacente. Benché ineccepibile sul piano stilistico, 'Il deserto dei tartari' è infatti un libro fondamentalmente noioso, ripetitivo, monotono, statico. Ma non tanto - si badi - perché in fondo non accade nulla (in definitiva il tema del tempo che passa senza che le speranze della vita possano realizzarsi, è il nucleo stesso del romanzo), quanto perché la narrazione è priva di spessore e di una adeguata indagine esistenziale, della quale rimangono soltanto inevase premesse.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804492955/buzzati-dino-zzz99-garancini/deserto-dei-tartari.html

David Foster Wallace - Infinite Jest

Ruggero Fois (05-09-2009)
David Foster Wallace era indubbiamente un genio, non fosse altro che per il modo in cui ci ha fregati e continua a fregarci tutti con questo libro.Infinite Jest è uno "scherzo infinito" nel senso che è un continuo scherzo che Wallace fa a chi lo legge. Un immane flusso di coscienza di 1200 pagine che contiene molte cose notevoli (e alcune semplicemente geniali), ma che è composto al 90% da particolari inutili e a volte addirittura tediosi e fastidiosi da leggere (spiace dirlo ma è così) senza i quali questo libro sarebbe molto più godibile.L'impressione che si ha è che Wallace abbia scritto tutto quello che gli veniva in mente proprio come gli veniva in mente, senza mai rivedere o correggere nulla, sfornando infatti periodi incredibilmente lunghi e confusi (e occasionalmente al limite dell'errore di sintassi). Pesanti, faticosi, lenti, sgradevoli.Spesso si fatica moltissimo a leggere alcune parti (e intendo centinaia di pagine di seguito), e un libro non dovrebbe mai essere così, MAI, a prescindere da quanto sia famoso l'autore.Sembra che Wallace ci abbia voluto prendere in giro, divertendosi a scrivere a flusso di coscienza (quindi con estrema facilità) qualcosa di lunghissimo, contorto e difficilissimo sia da leggere che da capire, fiducioso che, per via della sua fama, un sacco di gente avrebbe scritto interi trattati sui profondi significati che l'autore voleva sottintendere a ogni riga. Quando invece lui ha voluto solo divertirsi scrivendo a ruota libera.Chissà le risate che si sta facendo dalla tomba a sentire tutti quelli che cercano di interpretare in chiave sociologica o politica ogni minima virgola di questo scherzo di 1200 pagine.Se solo avesse tagliato 700 pagine, un 5 non glielo avrebbe tolto nessuno.
Voto: 3 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806178727/wallace-david-f/infinite-jest.html

Thomas Bernhard - Gelo

Un lettore (02-09-2008)
Th. Bernhard è l'estremo epigono della letteratura europea: in lui infatti sopravvivono (senza avere piu' l'originaria forza e incisivita') i motivi che fecero grande la letteratura d' Europa: la solitudine dell'individuo, l'assurdita' del vivere, la malattia come cifra esistenziale, il richiamo dell' arte come possibile via di salvezza.. In un certo senso Bernhard rappresenta l'ultima stanca stagione della letteratura occidentale, prima che questa trascolorasse nell' "impegno" per poi estinguersi definitivamente negli attuali sottogeneri (fantasy, thriller, pornografia..). Per il resto "Gelo" è un libro ormai datato: si inserisce infatti in quella temperie tipica dei primi anni sessanta quando le élites culturali europee si sottoponevano allo strazio dei libri di Joyce o del teatro di Beckett e Ionesco ravvisando nel carattere impervio di questi testi la cifra della profondità e dell' autentictà. E' proprio la "difficoltà" il carattere principale di "Gelo", che si riduce in sintesi ad un interminabile monologo (riassumibile in 7-8 pagine) sull'assurdità di tutto cio' che esiste intercalato da descrizioni di banali realtà quotidiane, con le quali Bernhard avrebbe potuto continuare per migliaia di pagine. Quanto ai rapporti tra Bernhard e Calvino, quest'ultimo - che conosceva Benhard tramite le traduzioni francesi - si limito' a definirlo il piu' grande scrittore VIVENTE [quest'ultima frase fa riferimento al commento di un altro lettore che dice: i
l più grande scrittore del '900. Lo disse Calvino all'inizio degli anni '70. n.d.r.].
Voto: 2 / 5

http://www.ibs.it/code/9788806187309/gelo/bernhard-thomas.html

Toni Morrison - Il Dono

Maria Tassoni (22-01-2011)
Un romanzo incomprensibile...i personaggi sembrano fantasmi, i piani temporali saltano e mandano in confusione. Da un Premio Nobel...Mah!
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788888320304/dono/morrison-toni.html

Philip Roth - Pastorale Americana

giuliog02 (17-02-2010)
Testo dispersivo, enfatico, ideologico, decisamente noioso. Per contro la scrittura - dal punto di vista tecnico - è buona: frasi brevi o brevissime, esaustive di un concetto. A volte, pero’, del tutto inutili nel contesto. Un poco prolisso, a mo’ di saggio sociologico. Per certi versi un D’Annunzio moderno, senza averne le qualita’ estetiche.Didascalico: troppi tecnicismi descritti (lavorazioni, etc)Metafore di quart’ordine: < …..larghi tre tavoli e lunghi quattro lampadari, con arredamenti e menu che non sono quasi cambiati da prima della scoperta della rucola. …… una parete a specchio> Termini inconsueti: ANAPESTO (non c’e’ nemmeno nella Treccani Trevolumi.Sembra d’essere dentro una sfera che stia dentro a un’altra, oppure in una galleria di specchi. La scrittura e’ fondamentalmente brillante, ma frattale: ci sono divagazioni dentro a divagazioni!....Le ossa di Faulkner, Steinbeck, Hemingway si rivoltano nella tomba. Sconsigliato.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806174118/roth-philip/pastorale-americana.html

Don De Lillo - Underworld

Palestrione james_utopia@libero.it (29-03-2010)
Mi aspettavo molto di più da questo romanzo, invece è stato un'autentica delusione. I personaggi sono senza spessore, lo stile non è nemmeno tanto ricercato, la storia è quella che è, la suspense e la tensione narrativa sono sottozero. La morale è che è un mattone di quasi novecento pagine: noioso, piatto, per niente avvincente. Salvo solo qualche pagina, nella prima metà del libro, ma per il resto lo considero una presa per i fondelli. Lo è soprattutto l'affermazione di chi lo reputa un capolavoro e considera De Lillo un grande autore. Qui faccio lo stesso discorso fatto con Thomas Pynchon (che eppure apprezzo di più, almeno stilisticamente): questi autori americani postmodernisti non fanno assolutamente per me. Voglio avvertire chi si accinge a leggere "Underworld": non è un romanzo che prende. Ho fatto uno sforzo immenso per finirlo e alcune pagine le ho lette solo di sfuggita, tanto mi stavo annoiando. Da tenersi alla larga.
Voto: 2 / 5


http://www.ibs.it/code/9788806173999/delillo-don/underworld.html

William Faulkner - Luce d'Agosto

Adriano (03-10-2009)
E' il primo libro di Faulkner che leggo (non è detto che sia l'ultimo perché quest'uomo ha vinto il nobel e qualcosa di buono l'avrà our fatto, proverò a leggere qualcos'altro). Non sono riuscito a superare la metà del libro, lo stile è presuntuoso, artificiale, pseudopoetico, nel complesso illeggibile, e la storia è degna del peggior Baricco. Temo proprio (ma lungi da me la tentazione di affermarlo con certezza prima di averne conosciuto meglio l'opera) che Faulkner sia un altro appartenente a quella masnada di autori vuoti "avanguardisti" che scimmiottano lo stile di Joyce e le tematiche di una fiction della Rai. Appartenenti certi a tale schiatta sono ad esempio Baricco, Fante, Vonnegut, Cunningham
Voto: 1 / 5


p://www.ibs.it/code/9788845922008/faulkner-william-zzz99-materassi/luce-d-agosto.html

James Joyce - Ulisse

Annalia di Trieste (13-02-2010)
Non sono una letterata, ma penso di aver letto i principali testi classici antichi e moderni. Che L'Ulisse joiciano sia un libro godibile ... può essere, anche perchè mostra la Dublino dell'epoca e alcuni modi di essere e di fare. Che l'Ulisse joiciano sia la trasposizione dell'Odissea, QUALCUNO DEVE CONVICERMI A FORZA! Ho letto tutte le note, ci sono stata moltissimo ... ma gli stessi traduttori ed interpreti non sapevano dire bene cosa si volesse dire ....! Mitica la descrizione minuziosa della "funzione corporale" del protagonista ... l'unica pagina che si può salvare, per originalità.
Voto: 1 / 5


http://www.ibs.it/code/9788804093855/joyce-james/ulisse.html