sabato 7 giugno 2014

Robert Musil - L'uomo senza qualità (2)

ferrigno (25-05-2012)

Scemo chi legge
Ero preparato a un romanzo ambientato nella testa del protagonista. Ma ecco quello a cui non ero preparato: l'autore è convinto che i pensieri siano inesprimibili.
Fate mente locale:
1) il romanzo gira quasi tutto attorno ai pensieri di Ulrich
2) Musil crede che i pensieri siano inesprimibili
1 + 1 = non si capisce un cazzo per circa 1200 pagine, 1700 se avete l'edizione completa.
Inoltre, qua e là traspare che per alcuni personaggi e probabilmente anche per l'autore, la comprensione sia una "violenta e fredda presa di possesso del reale" e che "metta in fuga la gioia che è nelle cose".
Per come la vedo io, è vero il contrario: la comprensione METTE gioia nelle cose.
In molti hanno scritto, quasi a giustificare Musil: "ma la realtà è complessa". Ok, ma il problema è che Musil assimila il racconto alla realtà. Posso accettare che Agathe sia irrazionale o che Ulrich non abbia fiducia nel progresso o nella trasposizione chiara e fedele dei pensieri più intimi. Posso accettarlo. Pensieri profondi di tal fatta albergano nelle menti di molti, me compreso, quando non avevo problemi più seri.
Quello che non accetto è che tutto il romanzo sia pervaso da questa sfiducia, tanto che la sfiducia stessa risulti impossibile da raccontare. Così finisce che NIENTE è raccontabile!
Con qualche eccezione. Gli affari, il commercio, la vita reale. Quando Ulrich parla con il Generale Stunn è chiarissimo. Fieschel il banchiere è chiarissimo. Il Conte Leinsdorf, pragmatico organizzatore dell'Azione Parallela, è chiarissimo. Ma si tratta di frammenti.
Il problema è che Musil indulge troppo su ciò di cui non si deve parlare. Tanto che alla fine, il senso del "romanzo" sembra essere:
"Scemo chi legge!"
Quindi non è semplicemente che USQ non mi piaccia: in effetti più che altro lo odio. Sono radicalmente contrario alla poetica che sta dietro questo modo di scrivere.
Cosa posso farci? Riporto spesso questo esempio e continuerò a farlo: anche Borges racconta cose impossibili a dirsi, di inarrivabile complessità, ma lo fa con una chiarezza adamantina. Come a dire: «Datemi pure dello scemo, ma io ci provo e ce la metto tutta!».
Musil invece rinuncia e su questa rinuncia costruisce un romanzo di 1000 pagine più 700 pagine di frammenti e scemo chi lo legge. Mapperfavore.

voto: 2/5

fonte: anobii