domenica 11 settembre 2011

William Shakespeare - Amleto; Macbeth; Romeo e Giulietta; Il Mercante di Venezia

Werehare May 14, 2009

Tra me e Shakespeare non c’è mai stato Il Grande Amore: intendiamoci, apprezzo i suoi testi, ma non li ho mai sentiti davvero come quei capolavori che mi vengono descritti da ogni angolo. Enfatici e a tratti troppo retorici, fortemente teatrali, non mi lasciano sconvolta come (si dice) dovrebbero.


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Joseph Conrad - Cuore di Tenebra (3)

ilmatte scritto il Jun 18, 2008

manieristico e cupo, ma anche lacunoso. il personaggio di kurtz è eternamente presente ma accennato: marlowe racconta di avergli parlato a lungo e commenta i suoi discorsi, ma i discorsi (che sono la parte migliore del film [Apocalypse Now di Francis Ford Coppola; n.d.r.]) mancano completamente.
da conoscere, niente più.

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Joseph Conrad - Cuore di Tenebra (2)

Dolceluna scritto il Nov 1, 2007

Mi aspettavo una testimonianza diretta della violenza del Colonialismo, e invece...L'ho finito un po' attirata dalla brevità e un po' perchè non mi andava di lasciare un altro libro incompiuto dopo l'abbandono del recente Cent'anni di solitudine. Ma confesso che l'ho trovato indiretto, difficilmente comprensibile e a tratti poco leggibile, seppure ben scritto. Sicuramente è uno di quei classici che per essere apprezzati avrebbe avuto bisogno di una spiegazione preliminare sul contesto e la narrazione, d'altronde questa è una premessa per molti classici, libri non tanto fini a se stessi quanto ma portatori di una morale, di un pensiero generale. Peccato.

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Joseph Conrad - Cuore di Tenebra

Kabura scritto il Apr 27, 2011

ce l'ho fatta a finirlo... Più lo leggevo e più mi sembrava inutile leggerlo. Secondo il mio parere personale e secondo le mie aspettative non mi è piaciuto. Probabilmente non l'ho capito, ma dell'africa ci ho visto molto poco, anche se, naturalmente non posso giudicare perché non ci sono mai stata. Però mi sembra che si perda troppo nella fantasia di questo Mr Kurtz.

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Herman Melville - Moby Dick (3)

Werehare — Jul 5, 2009

Di queste cinquecentocinquanta e rotte pagine, almeno trecento sono perfettamente inutili. Per ogni capitolo di (pseudo)azione ce ne sono almeno otto di nulla, in cui l'autore ritene opportuno informarci di ogni più irrilevante dettaglio sulle balene, la baleneria e tutto ciò che può avere con ciò la minima correlazione oppure fare dissertazioni filosofico-esistenzial-moralistiche che lasciano il tempo che trovano. Inoltre, la traduzione poteva almeno modernizzare termini come "affatto" e simili, per rendere un minimo più scorrevole il tutto.

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Herman Melville - Moby Dick (2)

Evelina (Anileve) scritto il Oct 12, 2010

Abbandonato, perchè?
Semplicemente perchè le balene mi hanno sempre terrorizzato e ovviamente procedendo con la lettura di questo libro il loro incontro sarebbe stato inevitabile...


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Herman Melville - Moby Dick

Yuki scritto il Mar 25, 2011

Stilisticamente mi ha fatto schifo, si dilunga troppo e più che un romanzo per gran parte del tempo sembra un trattato, che a saperlo io non avrei mai letto perché delle balene non mi può fregare di meno.

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Herman Melville - Bartleby lo Scrivano

Il Cane Divino scritto il Feb 1, 2010

Un parassita indegno di compassione, punto.

Fosse stato per me, avrei sbattuto fuori sia Turkey che Nippers.
Bartleby, poi, manco a parlarne: l'avrei come minimo trucidato -mi sento un po' Brunetta che inveisce contro i fannulloni (e non è una bella sensazione).

Personalmente, mi piace tanto il narratore (sono la prima a prenderlo in considerazione o qualcosa del genere?), così buono e gentile e umano, pieno di agape o quello che è.
Sopporta quelli che a me sembrano gli insensati inspiegati capricci di un povero pazzo solo perchè gli fa pena, anche a scapito della sua stessa convenienza. Oh, fossero tutti così, gli uomini! Unendo sacro e profano, a lode e gloria di quest'uomo, voglio dire: santo subito, pater patriae!

Bartleby lo Scrivano, quello che invece tecnicamente sarebbe il protagonista, non ha un senso, e mi sta sulle palle.
Testardo, insensibile, incapace di comprendere il fastidio che crea agli altri, ingrato per il bene ricevuto. Io l'avrei come minimo trucidato, lo dico e lo ripeto.

Sì, m'è venuto in mente il sospetto che questo racconto avrei dovuto interpretarlo come se fosse una grande metafora di qualcosa. Perfino la prefazione mi diceva che Melville e la verosimiglianza, in Bartleby, avevano un po' fatto a pugni! Ci ho riflettuto, m'è venuto in mente Kierkegaard e la sua angoscia derivante dalla condizione umana che pone sempre l'uomo di fronte alle scelte. Mi sono incazzata ancora di più! Ci angosciamo tutti alla grande, di fronte alle scelte: fare, non fare qualcosa. Mettiamo ogni volta in crisi i nostri sistemi, le nostre convinzioni, oscilliamo fra soluzioni opposte.
Bartleby no, Bartleby è convintissimo nella sua ignavia da parassita che s'approfitta della brava gente e porta perfino rancore a chi non si piega al suo volere. Insomma, io non ho capito ugualmente -eppure, di critiche entusiastiche ne ho lette a lavare; but I would preferred not to!- la metafora di COSA avrebbe dovuto essere, esattamente, questo individuo depresso senza apparente motivo, affetto dalla peggior forma di amecania, testardo e grigio e viziato.


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William Faulkner - L'urlo e il Furore (2)

Werehare scritto il May 8, 201

Abbandonato in verità dopo solo poche pagine, scritto in qualcosa che non è italiano. Capisco il voler trasmettere situazioni di disagio/problemi mediante la scrittura eccetera, ma lo scopo ultimo del leggere è passare piacevolmente il tempo: se devi impiegare venti minuti per decrittare una facciata, non vale la pena perdere altro tempo. La bravura secondo me sta nel trasmettere ciò che vogliamo e nel contempo mantenere scorrevole lo scritto, e non è questo il caso IMO.


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William Faulkner - L'urlo e il Furore

Non é la prima volta che mi chiedo perché certi romanzi vengono considerati dei capolavori. Mi sono sempre risposto che evidentemente non posseggo le basi culturali o la sensibilità per afferrare completamente ciò che l'autore mette nella sua opera.
Il primo capitolo mi ha fatto venire in mente Fiorello mentre imita Enrico Rava. Un capitolo scritto in prima persona con un sordo muto, ritardato mentale, che racconta ciò che sente!
Mentre leggevo a fatica i salti temporali: in una frase ha 33 anni in quella subito dopo 13 o magari 3; alcuni nomi appartengono a più personaggi e la decrittazione non sempre é facile, mi é venuto in mente che "Se questo é un capolavoro allora nelle edicole italiane ogni settimana esce un capolavoro e si intitola La Settimana Enigmistica e nelle scuole italiane di ogni ordine e grado stanno preparando i prossimi genii della letturatura mondiale". In poche parole anziché essere trasportati nel vortice delle passioni si é in continua tensione per capire che cosa si sta dicendo e chi lo sta dicendo.
Sono arrivato agli ultimi due capitoli avendo risolto tutti gli indovinelli con cui l'autore, il quale mentre scriveva aveva ben chiaro in mente ciò di cui stava scrivendo, ha iperabbondantemente riempito i primi due capitoli e la conclusione é che non si tratta che di una piccola saga familiare di amoretti, magari un pò perversi, odii e rancori che non mi sono sembrati in grado di ampliare la conoscenza della natura umana né migliorare ulteriormente la comprensione dei meccanismi che stanno alla base delle scelte che gli uomini e le donne fanno.
Poi come al solito dentro alle storie raccontate nei libri ognuno ci trova quello che ci vuole trovare ed é proprio per questo che la lettura é una avventura divertente e qualche volta affascinante. Non questa volta.


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