Il Cane Divino scritto il Feb 1, 2010
Un parassita indegno di compassione, punto.
Fosse stato per me, avrei sbattuto fuori sia Turkey che Nippers.
Bartleby, poi, manco a parlarne: l'avrei come minimo trucidato -mi sento un po' Brunetta che inveisce contro i fannulloni (e non è una bella sensazione).
Personalmente, mi piace tanto il narratore (sono la prima a prenderlo in considerazione o qualcosa del genere?), così buono e gentile e umano, pieno di agape o quello che è.
Sopporta quelli che a me sembrano gli insensati inspiegati capricci di un povero pazzo solo perchè gli fa pena, anche a scapito della sua stessa convenienza. Oh, fossero tutti così, gli uomini! Unendo sacro e profano, a lode e gloria di quest'uomo, voglio dire: santo subito, pater patriae!
Bartleby lo Scrivano, quello che invece tecnicamente sarebbe il protagonista, non ha un senso, e mi sta sulle palle.
Testardo, insensibile, incapace di comprendere il fastidio che crea agli altri, ingrato per il bene ricevuto. Io l'avrei come minimo trucidato, lo dico e lo ripeto.
Sì, m'è venuto in mente il sospetto che questo racconto avrei dovuto interpretarlo come se fosse una grande metafora di qualcosa. Perfino la prefazione mi diceva che Melville e la verosimiglianza, in Bartleby, avevano un po' fatto a pugni! Ci ho riflettuto, m'è venuto in mente Kierkegaard e la sua angoscia derivante dalla condizione umana che pone sempre l'uomo di fronte alle scelte. Mi sono incazzata ancora di più! Ci angosciamo tutti alla grande, di fronte alle scelte: fare, non fare qualcosa. Mettiamo ogni volta in crisi i nostri sistemi, le nostre convinzioni, oscilliamo fra soluzioni opposte.
Bartleby no, Bartleby è convintissimo nella sua ignavia da parassita che s'approfitta della brava gente e porta perfino rancore a chi non si piega al suo volere. Insomma, io non ho capito ugualmente -eppure, di critiche entusiastiche ne ho lette a lavare; but I would preferred not to!- la metafora di COSA avrebbe dovuto essere, esattamente, questo individuo depresso senza apparente motivo, affetto dalla peggior forma di amecania, testardo e grigio e viziato.
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