domenica 11 settembre 2011

Herman Melville - Bartleby lo Scrivano

Il Cane Divino scritto il Feb 1, 2010

Un parassita indegno di compassione, punto.

Fosse stato per me, avrei sbattuto fuori sia Turkey che Nippers.
Bartleby, poi, manco a parlarne: l'avrei come minimo trucidato -mi sento un po' Brunetta che inveisce contro i fannulloni (e non è una bella sensazione).

Personalmente, mi piace tanto il narratore (sono la prima a prenderlo in considerazione o qualcosa del genere?), così buono e gentile e umano, pieno di agape o quello che è.
Sopporta quelli che a me sembrano gli insensati inspiegati capricci di un povero pazzo solo perchè gli fa pena, anche a scapito della sua stessa convenienza. Oh, fossero tutti così, gli uomini! Unendo sacro e profano, a lode e gloria di quest'uomo, voglio dire: santo subito, pater patriae!

Bartleby lo Scrivano, quello che invece tecnicamente sarebbe il protagonista, non ha un senso, e mi sta sulle palle.
Testardo, insensibile, incapace di comprendere il fastidio che crea agli altri, ingrato per il bene ricevuto. Io l'avrei come minimo trucidato, lo dico e lo ripeto.

Sì, m'è venuto in mente il sospetto che questo racconto avrei dovuto interpretarlo come se fosse una grande metafora di qualcosa. Perfino la prefazione mi diceva che Melville e la verosimiglianza, in Bartleby, avevano un po' fatto a pugni! Ci ho riflettuto, m'è venuto in mente Kierkegaard e la sua angoscia derivante dalla condizione umana che pone sempre l'uomo di fronte alle scelte. Mi sono incazzata ancora di più! Ci angosciamo tutti alla grande, di fronte alle scelte: fare, non fare qualcosa. Mettiamo ogni volta in crisi i nostri sistemi, le nostre convinzioni, oscilliamo fra soluzioni opposte.
Bartleby no, Bartleby è convintissimo nella sua ignavia da parassita che s'approfitta della brava gente e porta perfino rancore a chi non si piega al suo volere. Insomma, io non ho capito ugualmente -eppure, di critiche entusiastiche ne ho lette a lavare; but I would preferred not to!- la metafora di COSA avrebbe dovuto essere, esattamente, questo individuo depresso senza apparente motivo, affetto dalla peggior forma di amecania, testardo e grigio e viziato.


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