sabato 24 maggio 2014

Joseph Conrad - I capolavori

Monsa (06-01-2010)

Scadono i diritti d'autore e le case editrici si lanciano a capofitto sui grandi classici pubblicando, a destra e a manca, presunti capolavori della letteratura. Joseph Conrad era stato uno delle mie tentazioni giovanili: in tenerissima età lessi "Il duello"; su un disperato regionale per Madrid, con solo pane, cipolle e sale da mangiare, per tre volte tentai e per tre volte fallii "Cuore di tenebra".
Con il trascorrere degli anni ero certo che su Jospeh Conrad avrei finito per ricredermi: naturalmente non è stato così. Conrad è uno scrittore di una noia epocale che scioglie nei suoi mille aggettivi anche le poche cose buone della sua prosa astrusa. Polacco di nascita ebbe la presunzione di scrivere in inglese senza avere degli scrittori inglesi il dono della sintesi. Le sue storie sono allungate come il peggior vino dei Castelli, ogni personaggio offre il fianco ad insopportabili digressioni, fatti del tutto irrilevanti sono occasione di perturbamenti dello spirito profondissimi ma, al giorno d'oggi, così insignificanti che si stenta persino a seguire il filo della storia. Scrittore romantico per eccellenza Conrad segnò, proprio del romanticismo, la insperata fine pubblicando gran parte della sua produzione in pieno novecento. Datato come la sedia a dondolo del nonno che nascondiamo in soffitta Conrad è una lettura obbligatoria solo per chi ricopre la cattedra di Magnifico Docente di Storia della Letteratura all'Università di Tubinga. Tutti gli altri possono serenamente accontentarsi dei riassunti della quarta di copertina.
Ah l’ottocento, che noia mortale!

voto: 2/5

fonte: anobii