domenica 4 settembre 2011

Thomas Bernhard - Gelo

Un lettore (02-09-2008)
Th. Bernhard è l'estremo epigono della letteratura europea: in lui infatti sopravvivono (senza avere piu' l'originaria forza e incisivita') i motivi che fecero grande la letteratura d' Europa: la solitudine dell'individuo, l'assurdita' del vivere, la malattia come cifra esistenziale, il richiamo dell' arte come possibile via di salvezza.. In un certo senso Bernhard rappresenta l'ultima stanca stagione della letteratura occidentale, prima che questa trascolorasse nell' "impegno" per poi estinguersi definitivamente negli attuali sottogeneri (fantasy, thriller, pornografia..). Per il resto "Gelo" è un libro ormai datato: si inserisce infatti in quella temperie tipica dei primi anni sessanta quando le élites culturali europee si sottoponevano allo strazio dei libri di Joyce o del teatro di Beckett e Ionesco ravvisando nel carattere impervio di questi testi la cifra della profondità e dell' autentictà. E' proprio la "difficoltà" il carattere principale di "Gelo", che si riduce in sintesi ad un interminabile monologo (riassumibile in 7-8 pagine) sull'assurdità di tutto cio' che esiste intercalato da descrizioni di banali realtà quotidiane, con le quali Bernhard avrebbe potuto continuare per migliaia di pagine. Quanto ai rapporti tra Bernhard e Calvino, quest'ultimo - che conosceva Benhard tramite le traduzioni francesi - si limito' a definirlo il piu' grande scrittore VIVENTE [quest'ultima frase fa riferimento al commento di un altro lettore che dice: i
l più grande scrittore del '900. Lo disse Calvino all'inizio degli anni '70. n.d.r.].
Voto: 2 / 5

http://www.ibs.it/code/9788806187309/gelo/bernhard-thomas.html

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