Bruno (07-06-2010)
Un
esile spunto affogato in una storia di una noia e di una inconsistenza
mortale. Una finta e sbiadita critica del consumismo americano (si salvi
chi può - leggere Calvino) che dovrebbe far da contorno alla
descrizione dell'atavica paura della morte nel mondo moderno. Una coppia
di coniugi pluridivorziati, fintamente beati nel loro amore senza ombre
ma anche senza pathos, una caterva di figli e figliastri in tenera età
che parlano come filosofi paludati e risultano pedanti oltre che noiosi,
due snervanti colleghi di lavoro del marito, i monologhi filosofici
ampollosi e logorroici di uno dei quali riempiono pagine e pagine senza
dire nulla. Un terzo del romanzo passa senza che succeda nulla. Un altro
terzo se ne va con il resoconto di un incidente urbano il cui mistero
viene lasciato intristire e ammuffire e non incuriosice mai. La terza
parte è riempita dalla storia vera e propria, la cui svogliatezza,
imbecillità e assurdità fa cascare le braccia a terra. Il tutto a
contorno di un'atmosfera in cui dovrebbe fare da protagonista la paura
della morte indotta inverosimilmente nel protagonista da dichiarazioni
di sedicenti e misteriosi esperti e di esami medici mai letti, e
inspiegabilmente annidata nell'animo della moglie fino a farla
precipitare nel baratro della tossicodipendenza e della lussuria
fedigrafa, per poi farla ritornare normale come se nulla fosse. Finito
di leggere quasi forzatamente in uno sfinimento totale.
Meno male che esistono altri autori.
Voto: 1 / 5
http://www.ibs.it/code/9788806173913/delillo-don/rumore-bianco.html
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