lunedì 5 settembre 2011

Toni Morrison - Amatissima (2)

Cabepfir scritto il Feb 6, 2008
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Mah.
Non ho intenzione di fare un trattato ragionato su questo libro, uno dei più famosi scritti sul tema della schiavitù. È forse il primo libro che leggo scritto da un'afro-americana e in generale da un nero, dato che normalmente mi limito a cose scritte nella vecchissima Europa, da bianchi e preferibilmente dell'800. Questo Amatissima è molto intrigante fino più o meno a metà, perché il lettore sa meno dei personaggi e dietro tutto sembra celarsi un grande mistero. Il passato dei personaggi ci viene svelato pian piano, un pezzo alla volta, e il modo con cui ci vengono presentati gli indizi, così all'improvviso, è decisamente sapiente.
Ma. Ma alla fine, questo passato dei personaggi si rivela ben poco fitto di mistero e, se devo dirla tutta, le cose subite dai personaggi non mi hanno stupito affatto, né mi hanno commosso, né mi hanno turbato. Mi sono sembrate, quasi, ben poca cosa. E non perché, a pensarci, non fossero delle cose orribili, ma perché mi sembra che qui stiamo parlando tutto sommato di schiavi "privilegiati": insomma, hanno passato un anno d'inferno, il quale li ha marchiati per tutta la vita e dal quale non riescono a liberarsi, ma non mi sembra una descrizione completa della schiavitù, né soprattutto il libro mi ha reso - a me personalmente - il dolore di Sethe, di Paul D ecc. Sono una lettrice insensibile, sì sì sì.
Riguardo poi allo scioglimento della storia di Beloved, il tutto procede senza scosse e anche qui mi aspettavo qualcosa di più spettacolare. Innanzitutto pensavo che Beloved fosse incinta di Paul D. Poi fino a quel momento non avevo capito che Sethe fosse realmente pazza, cosa che a un certo punto viene detta (ed è vero) e poi viene negata. Il finale, poi, è tutto un "vulimmoce bene" un po' appiccicaticcio, che riflette più le utopie di Toni Morrison piuttosto che i presupposti del romanzo.
Non posso inoltre non fare le mie critiche alle scelte di traduzione, che mi sono sembrate assurde. La traduzione in sé è bella, anzi, e credo che abbia anche comportato parecchi problemi, però perché tradurre il titolo in "Amatissima", poi lasciare il nome di Beloved in "Beloved" col fatto di doverci sempre aggiungere accanto "amatissima", perché non tradurre "Sweet Home" con "Dolce Casa", dato che è un soprannome, e il cane Here Boy, perché non tradurlo con "Qui Bello"? Sono nomi parlanti, e che caspita, non è detto che il lettore italiano debba per forza sapere cosa significa Here Boy! Io stessa all'inizio ho avuto difficoltà a capire che si trattava del cane! Inoltre all'interno del romanzo le canzoni sono tradotte, ma a volte i titoli sono lasciati in inglese. Qualcuno mi vuole spiegare quest'assurdità?
Ho detto di non voler parlare del significato profondo del libro, ma mi è tornato in mente il saggio riportato in chiusura, che afferma che il senso dell'operazione risiede nella "scrittura" che si trasmettono Sethe e le figlie. A me questa sembra del tutto un'interpolazione! Non credo affatto che il tutto vada letto alla luce della trasmissione di "scrittura"! Questo è un tipico esempio di critico che si sovrappone al libro che recensisce. Comunque, compiuto il mio dovere, credo di poter tranquillamente evitare gli altri libri di Toni Morrison, almeno finché non me lo ordinano. Al momento sto leggendo Le Mille e una Notte in vista della lezione di dottorato di venerdì. Non vedo l'ora di ridarmi al vecchio, bianco e misogino Thomas Hardy, delizia del mio palato.

http://www.anobii.com/books/Amatissima/9788888320441/013ebc3ba5ed4c3482/#

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